Brak al-Shatti nella Libia centrale. Al-Jufra, sempre nella Libia centrale, circa 200 miglia a nord di Brak; e infine al-Qardabiyah, vicino alla costa mediterranea della Libia, più a nord di al-Jufra.
Sono le tre basi militari in territorio libico dove nel 2024 c’è stato un frequente via vai di aerei russi. Non solo. Sono state potenziate piste di atterraggio, rafforzate difese perimetrali e perfino costruito nuovi edifici. Tutto a spese di Mosca. E tutto nel 2024
Chi lo dice? Un’inchiesta del giornale britannico The Telegraph che ha lavorato sulle immagini satellitari che per un anno hanno fotografato una rapida espansione militare russa in Libia. Che rimane un paese strategico per Mosca. Sia perché è la porta d’accesso al Sahel, area dove la Russia ha molti interessi militari ed economici; sia perché in questo modo ha la possibilità di influire sulla stabilità politica, di sicurezza ed economica lungo il fianco meridionale della Nato.
Una strategia che consente alla Russia di tracciare un arco di potere dal Mediterraneo orientale, dove controlla già le posizioni costiere in Siria, fino al Mediterraneo meridionale, passando per la Libia.
Partnership con Haftar
Una presenza che sta aumentando significativamente grazie alla crescente partnership con il generale Khalifa Haftar, signore della guerra libico, che controlla la parte orientale e meridionale del paese.
Un’alleanza certificata pure dalle continue visite a Bengasi di Yunus-Bek Yevkurov, viceministro della difesa russo. Anche il 26 novembre ha incontrato Haftar, nella sua sesta visita dall’agosto 2023.
I dettagli delle immagini satellitari sono stati corroborati da The Sentry (un’organizzazione no-profit americana che concentra principalmente le sue attività su temi come la corruzione), che ha effettuato indagini locali e interviste con addetti ai lavori e a testimoni oculari.
La base Brak al-Shatti
Le forze russe hanno iniziato a rinnovare dall’inizio dell’anno le strutture della base militare di Brak al-Shatti. Gli ammodernamenti hanno fatto sì che ad aprile gli aerei militari russi potessero atterrare su una pista che era rimasta inutilizzata per anni. In quel mese, le forze russe hanno gestito quattro consegne marittime attraverso il porto di Tobruk, nella Libia nordorientale, vicino al confine con l’Egitto. L’equipaggiamento arrivato (veicoli militari e munizioni) è poi finito nelle basi controllate dai russi in Libia, tra cui quella di Brak, secondo gli esperti di The Sentry.
Ma gli aerei militari continuano ad atterrare e a partire da Brak, il che indica che le consegne di rifornimenti sono tuttora in corso.
La base di al-Jufra
All’inizio di novembre, un Ilyushin-76, aereo militare russo, è stato ripreso tramite immagini satellitari presso la base di al-Jufra, dove atterrano regolarmente aerei cargo militari, così come caccia MiG-29 e bombardieri Su-24. Aerei da combattimento russi che aiutano il generale Haftar a mantenere il controllo del suo territorio.
Gli esperti sentiti nell’inchiesta affermano che, sebbene l’equipaggiamento militare in arrivo resti a disposizione di Haftar, alcune forniture vengono dirette anche ad altri paesi africani.
Il Telegraph ha intervistato Tarek Megerisi, ricercatore senior specializzato in Libia presso l’European Council on Foreign Relations. A suo avviso nell’ultimo anno sono state consegnate migliaia di tonnellate di armi.
Base aerea di al-Qardabiyah
Più a nord della struttura di al-Jufra si trova quella di al-Qardabiyah, vicino alla costa mediterranea della Libia. Al-Qardabiyah ha subito le ristrutturazioni più estese nell’ultimo anno tra le tre basi esaminate dal Telegraph.
Oltre ad aver fortificato la struttura, hanno aggiunto nuove installazioni, rinnovando le piste e rafforzando le difese perimetrali. Sono stati costruiti diversi nuovi edifici, visibili nelle immagini satellitari di novembre, rispetto a un anno fa. Ora sono presenti anche più veicoli alla base.
Anche Haftar chiede il permesso
L’esercito russo è diventato onnipresente ad al-Qardabiyah, dove addestra anche i militari di Haftar. Sono diventati così radicati che gli esperti di The Sentry affermano che le brigate del generale devono chiedere il permesso per accedere alle basi controllate dai russi sul suolo libico.
Il numero di truppe russe si è ridotto notevolmente dal picco di 3mila unità nel 2020, in parte a causa della guerra in Ucraina. Ma sta iniziando a tornare a quei livelli. Alcune stime degli esperti dicono che oggi siano presenti circa 2mila militari.
Aperture a Dbeibah
Mantenere l’accesso alla Libia è così importante che Mosca ha fatto delle aperture anche al governo del paese riconosciuto dall’Onu, quello guidato dal primo ministro Abdul Hamid Dbeibah. Una mossa per coprirsi le spalle con il generale Haftar.