Gran parte del rapporto finanziario 2021 della Corte dei conti libica, pubblicato il 20 settembre scorso, dimostra l’esistenza di un ampio sistema di corruzione all’interno del governo di Abdelhamid Dbeibah.
La massima autorità finanziaria libica condanna il governo di Tripoli per “crimini finanziari”. Nella relazione, la Corte dei conti indica che questo governo ha superato il tetto di spesa assegnatogli e non spiega come sono stati utilizzati i soldi pubblici. Secondo il rapporto, l’esecutivo di Dbeibah ha speso per i propri interessi oltre 86 miliardi di dinari, ovvero quasi 18 miliardi di euro.
Le decisioni – scrive Radio France International, che ne dà notizia – vengono prese grazie a una “deviazione fondamentale dalle regole di trasparenza”.
Tra le spese incriminate c’è l’acquisto di 25 auto di lusso per il presidente del consiglio (21 milioni di euro), regali e orologi di lusso offerti agli ospiti del capo del governo (12 milioni).
L’istituzione individua anche costi non fatturati di trasporto e di viaggio, nonché l’alloggio per i funzionari governativi, anche negli hotel della capitale libica, e l’affitto di una villa “per il ministro della difesa”, per quasi 15.600 euro al mese.
Lo scorso anno diversi ministri sospettati di corruzione erano stati incarcerati, ma erano poi stati rilasciati e avevano ripreso le loro funzioni.
Secondo Transparency International, il paese è tra i paesi più corrotti al mondo, con un indice di percezione della corruzione nel settore pubblico di 172 punti su 180 nel 2021.