Il 10 e 11 marzo, più di 100 paesi in via di sviluppo, con in testa Sudafrica e India, sono tornati a chiedere all’Organizzazione mondiale del commercio (Omc) – presieduta dal 1° marzo dalla nigeriana Ngozi Okonjo-Iweala la cui prima dichiarazione al momento della nomina è stata rivolta proprio contro il protezionismo e il «nazionalismo dei vaccini» -, una sospensione della proprietà intellettuale dei vaccini, regolata dall’Accordo sugli aspetti commerciali dei diritti di proprietà intellettuale (Trips).
Tale sospensione rimuoverebbe le barriere legali e permetterebbe a più paesi e industrie di produrre i vaccini, aumentando la disponibilità di dosi e dando così inizio ad un processo di ripresa, anche economica, a livello globale. Ma permettendo prima di tutto di frenare l’aumento della diffusione del virus, in particolare in Africa e nei paesi più poveri.
Una richiesta ripresa dalla Campagna europea diritto alla cura. Nessun profitto sulla pandemia – Right2Cure #NoprofitOnPandemic, a cui, nel comitato italiano, hanno aderito a oggi 67 realtà, tra cui le maggiori organizzazioni sindacali, moltissime associazioni nazionali e varie forze politiche, che hanno risposto all’appello di personalità di spicco della scienza, della cultura e del sociale.
Tra queste Link 2007. Cooperazione in rete, coalizione di 13 organizzazioni nazionali che, con una lettera, hanno chiesto al presidente del consiglio italiano Mario Draghi di sostenere nelle sedi competenti (Omc, Ue, G20) la deroga temporanea ai diritti di proprietà intellettuale per i vaccini anti-Covid.
Una lettera alla quale il governo italiano ha risposto, fa sapere a Nigrizia il presidente di Link 2007 Roberto Ridolfi, in questa video-intervista.