Il Madagascar è alle prese con un crollo dei proventi derivati dalla vendita dei suoi primi due prodotti di esportazione: la vaniglia, di cui è primo produttore al mondo, e il nichel.
Nonostante l’export di baccelli di vaniglia sia quasi raddoppiato nei primi tre mesi dell’anno (+95%), arrivando a 1.125 tonnellate, i ricavi sono diminuiti del 63,5%, con un introito di 52,9 milioni di dollari, rispetto ai 144,9 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente.
Le cause sono la concorrenza del mercato asiatico e l’impatto della liberalizzazione dei prezzi, che hanno subito un calo dell’81,3%, arrivando a 47,1 dollari al chilo, rispetto ai a 251,3 dollari dello scorso anno.
A spiegarlo è il report trimestrale della banca centrale pubblicato lo scorso 20 agosto, secondo cui “sul mercato mondiale, la vaniglia malgascia ha dovuto affrontare una forte concorrenza da parte di Indonesia, India e Uganda“, mentre “sul fronte locale, il settore deve far fronte all’accumulo di scorte e alla liberalizzazione decisa nell’aprile 2023”.
Sempre nei primi tre mesi dell’anno poi, il Madagascar ha registrato anche un forte calo dell’esportazione di nichel, diminuita di quasi due terzi, con ordini scesi a 5.745 tonnellate rispetto alle 9.320 tonnellate del 2023. Una crisi aggravata da una diminuzione del 42% del prezzo medio.
La banca centrale spiega che il calo della richiesta del metallo è attribuibile all’emergere di una nuova generazione di batterie basate su litio e indio.