Madre piccola di Ubah Cristina Ali Farah, nata in Italia e cresciuta a Mogadiscio, racconta la diaspora del popolo somalo dallo scoppio della guerra nel 1991. Un romanzo corale, dove la narrazione in prima persona alterna le voci di Barni, di sua cugina Domenica Axado e di suo marito Taageere, a lungo divisi, in un ritmo che trasuda tutta la precarietà, il caos e la fretta dello sradicamento.
Ne emerge una mappa in cui perdersi e ritrovarsi, mentre ci si muove nei dolori nati dallo strappo dell’emigrazione, uno scroscio di pensieri a volte disorientante. «È che, dentro di me, molto profondamente, sentivo svuotati gli involucri. Cosa ne era della mia vita, del suo significato, ora?» si chiede Domenica, la cui esistenza, come quella di Barni e Taageere, diventa un reticolato di volti incontrati per caso mentre è alla ricerca di un luogo che possa ridiventare in qualche modo familiare.
Madre piccola è stato pubblicato per la prima volta nel 2007 da Frassinelli. Nel 2022, l’anno in cui Ali Farah ritorna per la prima volta a Mogadiscio dallo scoppio della guerra, 66thand2nd ripropone questo romanzo con una nuova prefazione dove l’autrice ripercorre la genesi di questo libro: «Ogni scrittura scaturisce da una domanda, si nutre di un’assenza. Quell’assenza per me è stata per trentuno anni l’impossibilità di tornare a Mogadiscio». Da qui il desiderio, la necessità di «riunire di nuovo le perle e ricucire insieme ogni singola storia» delle persone amate e familiari.