La giunta militare che dovrebbe traghettare il Mali verso le elezioni nel 2024, dopo aver tagliato i ponti con la Francia sta andando in rotta di collisione anche con Minusma, la missione Onu attiva nel paese saheliano, in funzione anti jihadista, dal 2013.
Ieri ha infatti dichiarato «persona non grata» il direttore della divisione dei diritti umani della Minusma e gli ha dato 48 ore di tempo per lasciare il paese.
Secondo il governo, il direttore Guillaume Negfa-Atondoko Andali in più sessioni del Consiglio di sicurezza Onu avrebbe ignorato le autorità di governo e le istituzioni maliane e dato voce solo a selezionati rappresentanti della società civile.
Il portavoce del governo Abdoulaye Maiga ha anche puntualizzato che il 27 gennaio, nel corso dell’ultimo Consiglio di sicurezza dedicato al Mali, la parzialità di Andali si è manifestata nettamente: in quell’occasione è intervenuto l’attivista Aminata Cheick Dicko che ha denunciato la difficile situazione securitaria e la grave violazione dei diritti umani da parte del gruppo paramilitare russo Wagner.
E a proposito di Mosca, che attraverso Wagner è di ventata partner della giunta militare nella lotta contro i gruppi armati jihadisti, inizia oggi una visita del ministro degli esteri russo Sergej Lavrov che incontrerà i vertici del governo e il presidente della transizione Assimi Goita.