La relazione tra Mali e Francia non cessa di peggiorare. Il nuovo picco negativo è stato toccato il 18 ottobre, in sede di Consiglio di sicurezza dell’Onu.
Il tono della discussione si era già inacidito, a seguito delle critiche del ministro degli esteri maliano, Abdoulaye Diop, a Minusma, la missione Onu in Mali. Ma fin qui, niente di nuovo. Da anni, Minusma riceve accuse di inefficacia e incompetenza, soprattutto legate alla sua incapacità di arginare il problema del terrorismo jihadista che imperversa nella parte nord e centrale del Mali.
L’asticella della guerra di parole è tornata a salire quando Diop ha accusato la Francia di aver dato sostegno ai terroristi, commesso atti «d’aggressione e spionaggio» e violato lo spazio aereo maliano.
In realtà, neanche queste accuse sono nuove. Negli ultimi mesi, erano già apparse varie volte. Lo stesso Diop le aveva espresse il 15 agosto, in una lettera indirizzata ai membri del Consiglio di sicurezza da cui non è arrivata alcuna risposta. Il suo intervento è iniziato proprio con il dichiararsi stupito per la mancata reazione alla lettera.
Prevedibilmente, l’ambasciatore francese Nicolas de Rivière ha poi preso la parola per respingere tutte le accuse, che ha definito “menzognere” e ‘’infondate’’. Il ministro Diop ha infine avuto l’ultima parola sulla vicenda. Verso la fine dell’incontro, ha confermato di avere tutte le prove necessarie da offrire. Ed è tornato a richiedere una sessione speciale del Consiglio di sicurezza per mostrarle.
Le relazioni tra Mali e Francia, il suo ex-padrino coloniale, sono precipitate dal colpo di stato maliano del 2020. Da allora, la giunta militare al potere, forte dei suoi agganci con la Russia, non lesina gli sforzi per staccarsi dall’orbita di Parigi e da quella occidentale in generale.