Nonostante la difficile situazione securitaria, dovuta principalmente al radicamento della presenza jihadista e di gruppi armati nel centro-nord del Mali e all’inefficienza della giunta militare golpista nel contrasto, nel paese saheliano a maggioranza islamica la Chiesa cattolica continua a rappresentare un importante riferimento per la popolazione. In particolare nel settore dell’istruzione.
Se ne è parlato nel corso del secondo Forum nazionale sull’educazione cattolica concluso il 20 settembre a Bamako. Un evento programmato a scadenza decennale per fare il punto e programmare gli obiettivi futuri del sistema.
Un futuro che in sostanza punta al rafforzamento delle capacità istituzionali delle scuole cattoliche, per contribuire più attivamente ed efficacemente al miglioramento del tasso di scolarizzazione e alla lotta contro l’analfabetismo e la disoccupazione.
La scuola cattolica in Mali comprende 138 istituti con più di 40mila alunni e studenti. Tra questi istituti, 3 sono di istruzione superiore e universitaria, 5 di istruzione tecnica e professionale, 23 sono scuole dell’infanzia e 102 di istruzione di base.
Numeri importanti, se si considera che l’attività terroristica nel nord del paese ha causato negli ultimi anni la chiusura di migliaia di scuole.
Il lavoro e la diffusione dell’insegnamento gestito dalla Chiesa cattolica in Mali si basa su un accordo tra lo Stato e la Chiesa con il quale le istituzioni si impegnano a sostenere la Chiesa nel pagamento degli stipendi dei suoi insegnanti attraverso la concessione di sussidi all’educazione cattolica.
Una convenzione siglata dopo l’indipendenza, il 22 settembre 1960, e ancora oggi in vigore.