Gli autori sono entrambi professori ordinari all’Università pedagogica di Maputo e hanno inteso fornire un loro contributo storico-filosofico al dibattito sulla riconciliazione nazionale che ha tutte le sembianze di una rifondazione. La terza via che viene richiamata nel titolo fa riferimento a due precedenti passaggi storici.
Dopo l’indipendenza dal Portogallo, il Fronte di liberazione del Mozambico ha introdotto un sistema politico di ispirazione marxista, tutto centrato su giustizia sociale unità e lavoro, ma che negava le libertà politiche ed economiche. Questa prima via si chiude nel 1990 con la revisione della costituzione che inaugura la seconda via, caratterizzata dal multipartitismo e dalle libertà civili ed economiche.
Tuttavia molte libertà previste dalla Costituzione sono rimaste sulla carta e soprattutto negli ultimi 20 anni, si sono acuite le disuguaglianza e i divari socio-economici. La terza via è un tentativo di conciliare, in particolare attraverso un dialogo multietnico, i valori della prima via con quelli della seconda.
Luca Bussotti, professore italiano che insegna all’Università pedagogica di Maputo, oltre a tradurre queste pagine ha anche scritto un commento critico del “manifesto”. Un passaggio: «C’è una lettura della storicità mozambicana che rappresenta il cuore del Manifesto e che può contribuire alla rifondazione del paese ancora immerso in conflitti e tensioni».