Marocco: chiesto processo contro un israeliano per crimini di guerra
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Se dovesse proseguire il procedimento penale si tratterebbe del primo caso contro un militare di Tel Aviv
Marocco: chiesto il processo contro un soldato israeliano per crimini di guerra a Gaza
Il tribunale di Rabat sta procedendo contro un militare che era presente nel paese per trascorrere le vacanze. Un’accusa resa possibile in base al codice di procedura penale che consente di perseguire qualsiasi cittadino marocchino o straniero, presente nel territorio nazionale, per reati terroristici commessi all'estero
18 Settembre 2024
Articolo di Mohamed Ali Belhaj
Tempo di lettura 3 minuti

Un gruppo di 7 avvocati marocchini è riuscito a convincere la Corte d’appello di Rabat a esaminare una causa legale contro un soldato israeliano che si trovava a luglio in Marocco per una vacanza.

Il tribunale ha accettato di esaminare il caso, considerandolo un crimine legato al terrorismo, secondo quanto dichiarato dall’avvocata Najia Hadjaji alla piattaforma marocchina Voice of Morocco il 13 settembre.

Tra le accuse rivolte al soldato Moshe Avichzer figurano l’attacco intenzionale alla vita, alla sicurezza o alla libertà delle persone, oltre al rapimento e alla detenzione.

Inoltre, è stato accusato di aver commesso «genocidio» e «pulizia etnica» atti di cui si vantava in un video che documentava uccisioni, incendi e torture ai danni dei palestinesi.

Gli avvocati hanno richiamato l’articolo 1-711 del Codice di procedura penale, il quale consente di perseguire penalmente qualsiasi cittadino marocchino o straniero presente sul territorio nazionale, per reati terroristici commessi all’estero.

Chi e questo soldato?

Prima di arrivare a Marrakech a luglio, Avichzer aveva trascorso tre mesi con le Forze di difesa israeliane nella guerra contro Hamas a Gaza. Dopo il suo arrivo in Marocco, si è presentato come un artista, esibendosi con il suo strumento qanun nei luoghi turistici di Marrakech.

Secondo The new arab, Avichzer aveva condiviso sui social media post della sua vacanza in Marocco, pochi giorni dopo aver pubblicato su Instagram foto che lo ritraevano in tenuta militare tra le macerie delle case palestinesi a Gaza.

In seguito al clamore suscitato dalla sua presenza nel regno del Nordafrica, ha rimosso queste immagini e reso privato il suo account.

Il sentimento anti israeliano

Nel regno nordafricano, nonostante la normalizzazione dei rapporti tra il governo marocchino e Israele, il sentimento popolare contro quest’ultimo persiste.

L’Osservatorio marocchino contro la normalizzazione e il Gruppo di lavoro nazionale per la Palestina hanno annunciato che presenteranno una denuncia legale contro i membri di una delegazione di giovani marocchini, tra cui studenti dall’università Al Akhawayn, che hanno visitato Israele lo scorso luglio per incontrare funzionari israeliani.

In seguito, una petizione è stata lanciata dai loro colleghi su change.org, chiedendo di impedire il loro ritorno all’università.

La visita dei giovani marocchini è stata organizzata dalla Fondazione Sharaka (Cooperazione) israeliana, un’organizzazione che lavora per promuovere e diffondere gli Accordi di Abramo a livello popolare, oltre che politico, tra Israele e i paesi che hanno normalizzato le relazioni.

Continua il riavvicinamento tra i governi

Dopo 10 mesi di chiusura, l’ufficio di collegamento israeliano in Marocco ha riaperto lo scorso agosto con la nomina di Hassan Kaabia (ex vice portavoce del ministero degli esteri israeliano per i media arabi) come vice capo dell’ufficio a Rabat.

Gli sviluppi tra Hamas e Israele del 7 ottobre hanno costretto la delegazione israeliana a lasciare il Marocco per “motivi di sicurezza”.

La riapertura dell’ufficio di collegamento è stata preceduta da un accordo significativo nel luglio scorso: il governo del re Mohammed VI ha siglato un contratto da 1 miliardo di dollari con Israele per l’acquisizione di un satellite spia da Israel Aerospace Industries (IAI).

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