La visita di Stato del presidente Sergio Mattarella in Kenya ha messo in evidenza i legami del paese con l’Italia, ben visibili soprattutto grazie a numerose iniziative sostenute dal nostro governo con finanziamenti diretti a quello kenyano e attraverso le organizzazioni della società civile italiana, presenti su tutto il territorio con progetti di diverso impegno economico in numerosi settori di intervento.
La visita, iniziata il 14 marzo incontrando il presidente kenyano William Ruto alla State House, sua residenza ufficiale, e conclusasi il 16 con un discorso sui cambiamenti climatici all’Università di Nairobi, ha offerto un interessante spaccato della presenza italiana dando visibilità ad iniziative diverse, alcune ben poco conosciute dagli italiani stessi.
Malindi, famosa come località turistica sulla costa dell’Oceano Indiano e come residenza di una numerosa comunità di nostri connazionali, è anche sede, dagli anni Sessanta, del centro spaziale Luigi Broglio. Di proprietà dell’Università la Sapienza di Roma e gestito dall’Agenzia spaziale italiana (Asi), opera grazie ad accordi con il governo kenyano periodicamente rinnovati.
Il centro è servito in passato per il lancio di alcuni satelliti. Ora è usato soprattutto per seguire le traiettorie e raccogliere le comunicazioni provenienti da numerosi satelliti di diverse agenzie, quali la Nasa, l’Esa e l’agenzia spaziale cinese. Tra l’altro, è stato fondamentale per confermare la traiettoria del telescopio spaziale James Webb, lanciato nel dicembre 2021 e diretto verso lo spazio profondo.
Il presidente Mattarella l’ha visitato mercoledì 15 marzo e vi ha trovato molto personale qualificato kenyano, formato dai nostri scienziati in modo che possa essere protagonista della ricerca d’avanguardia che si svolge nel loro paese.
Lo stesso giorno il presidente ha visitato a Nairobi il centro di formazione professionale San Kizito, creato nel 1994 da Avsi con fondi della cooperazione italiana. Dall’inizio delle attività ha formato in diversi settori (meccanica, ristorazione, falegnameria, idraulica, segreteria aziendale, e altro) 13.500 ragazzi (800 all’anno circa), provenienti in gran parte da gruppi sociali svantaggiati.
L’89% ha trovato un lavoro stabile. La formazione professionale è uno dei bisogni fondamentali per il sostegno di uno sviluppo equilibrato del paese. Così come l’espansione del mercato del lavoro, dove i giovani possano collocarsi. Il problema della disoccupazione giovanile è tra i più spinosi da affrontare per il governo del Kenya.
L’Italia contribuisce al sostegno dell’imprenditoria locale con il Centro di incubazione e accelerazione di imprese E4Impact, dell’omonima Fondazione, finanziato dalla cooperazione italiana attraverso l’Università Cattolica del sacro Cuore di Milano. Il centro, fondato nel 2018, offre servizi diversi, compreso l’accesso a mercati e investitori internazionali, a sostegno di imprese e start-up di impatto in diversi settori, compreso quello delle energie rinnovabili, in cui il paese è leader nell’Africa subsahariana.
Si può dire che i progetti di eccellenza, la formazione dei giovani, il sostegno ad iniziative imprenditoriali locali è stato il filo conduttore della visita del presidente alle iniziative italiane in Kenya e sarà un importante filone anche nel programma futuro della cooperazione allo sviluppo.
Mattarella era accompagnato, tra gli altri, dal viceministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Edmondo Cirielli che ha avuto un ruolo di primo piano. Insieme al ministro del tesoro kenyano Njuguna Ndung’u, ha presentato il documento di programmazione quinquennale Kenya-Italy Sustainable Development Partnership (Partnership Kenya Italia per uno sviluppo sostenibile), che delinea le linee di intervento della cooperazione italiana nel paese.
«Il lancio della strategia pluriennale per la cooperazione in Kenya rappresenta una pietra miliare per la cooperazione dell’Italia con uno dei paesi prioritari» ha dichiarato Giovanni Grandi, titolare della sede di Nairobi dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (Aics).
Sono stati firmati anche due accordi che danno inizio a altrettanti programmi finanziati dall’Aics. Il primo riguarda il settore turistico, chiave nell’economia del Kenya: Formazione professionale e scientifica per lo sviluppo del turismo culturale. Sarà realizzato dal Museo nazionale del Kenya in collaborazione con La Sapienza di Roma.
L’altro è un programma di riqualificazione urbana, Kenya Informal Settlement Redevelopment Programme (Programma di risviluppo degli insediamenti informali del Kenya) che sarà realizzato nelle contee di Kajado, confinante con quella di Nairobi, Kilifi, sulla costa, e Siaya sul Lago Vittoria.
Il Kenya è stato definito più volte, sia dal presidente Mattarella che dal viceministro Ciriello, come un paese strategico per l’Italia nel continente africano, e dunque di intervento prioritario. Ѐ infatti il paese più stabile e con gli indici di sviluppo economico più interessanti dell’Africa orientale e del Corno d’Africa. E, ha detto il viceministro, potrebbe costituire un esempio virtuoso per la regione, una delle più critiche del pianeta.
Ѐ stato apprezzato in modo particolare il suo ruolo di mediatore nei diversi conflitti che ancora la tormentano, in particolare si devono ricordare i negoziati per mettere fine alla guerra civile in Sud Sudan, al conflitto tra il governo di Addis Abeba e il Tigray, e ora l’intervento militare nella Repubblica democratica del Congo.
Mattarella ha centrato i suoi interventi in particolare sul problema del cambiamento climatico, che stanno avendo un impatto devastante in Kenya e in tutta la regione, ma anche in Italia e nel resto del mondo: siccità e alluvioni, crisi nella produzione alimentare e dunque carestie e migrazioni forzate di milioni di persone.
Ѐ stato il tema anche del suo discorso all’Università di Nairobi, dove ha sottolineato anche l’impatto della guerra, quella russa in Ucraìna in particolare, sulla difficoltà nel contrastare il cambio del clima in modo efficace.
A questo proposito ha citato le parole che Wangari Maathai, l’ambientalista kenyana premio Nobel per la pace, pronunciò in occasione del ritiro del premio: “’non può esserci pace senza sviluppo; e non vi può essere sviluppo senza una gestione sostenibile dell’ambiente in uno spazio pacifico e democratico”.
Parole chiarissime che delineano una linea di intervento precisa indicata dal presidente attraverso le parole di una grande kenyana.