Il presidente del Mozambico Filipe Nyusi ha inaugurato oggi il nuovo porto e il nuovo aerodromo di Mocimboa da Praia, hub logistico del settore estrattivo situato nella provincia settentrionale di Cabo Delgado.
Le infrastrutture erano state distrutte dai gruppi armati di ispirazione jihadista che hanno occupato la città per 12 mesi a partire dall’agosto 2020, sancendo anche l’inizio della fase più acuta di un conflitto con lo stato mozambicano che prosegue ormai da sei anni. Mocimboa è tornata nelle mani delle forze armate di Maputo nell’agosto 2021 anche grazie al decisivo contributo dell’esercito rwandese, inviato da Kigali nel paese appena un mese prima.
La riapertura ufficiale delle strutture è stata presentata dal capo dello Stato a due giorni dalle elezioni locali, fissate per l’11 ottobre, e il giorno dopo la fine della campagna elettorale. Questa settimana i circa 8,5 milioni di aventi diritto mozambicani sono chiamati a scegliere i sindaci di 65 comuni in tutto il paese.
Nell’ultima settimana in diverse città si sono verificati scontri fra i sostenitori del partito che guida il Mozambico fin dall’indipendenza proclamata nel 1975, il FRELIMO, e la principale formazione di opposizione, la RENAMO. Quest’ultima ha anche denunciato presunti piani di manipolazione del voto da parte dello schieramento di governo.
Il porto inaugurato oggi è costato finora circa 6,5 milioni di euro, oltre 430 milioni di metical, stando a quanto riferito all’agenzia lusofona Lusa dall’amministratore dell’infrastruttura, Helenio Turzão. Il budget stimato per riportare alla piena operatività lo scalo portuale è invece di circa 28,5 milioni di euro, poco oltre 1,9 miliardi nella valuta locale. I lavori di ricostruzione dell’aerodromo hanno avuto invece un costo di 222mila euro, circa 15 milioni di metical.
Il nuovo porto è per il governo l’emblema del ritorno alla quasi normalità di Cabo Delgado, da cinque anni epicentro di un conflitto con milizie che si auto dichiarano affiliate allo Stato islamico. Nella provincia si trovano però anche alcuni dei più grandi progetti di sviluppo di giacimenti di gas naturale al mondo, sui cui operano diverse multinazionali del settore, come la francese Total, l’italiana ENI e la statunitense Exxon.
Nei giorni scorsi, dopo settimane di pressioni da parte del governo, il colosso transalpino ha annunciato che potrebbe tornare a operare nella zona entro fine anno dopo circa due anni e mezzo di sospensioni delle sue attività, annunciate ad aprile 2021 per “cause di forza maggiore” legate al deterioramento delle condizioni di sicurezza.
ENI invece non ha mai smesso di operare e a novembre 2022 ha fatto partire un primo carico di gas naturale liquefatto da una sua piattaforma galleggiante. In questo contesto si capisce l’importanza di una Mocimboa da Praia sicura e adatta a fare da hub per tutto il comparto.
La realtà è più complessa. Secondo gli aggiornamenti dell’osservatorio Cabo Ligado, sviluppato dall’Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED) insieme a media mozambicani, nelle ultime due settimane i gruppi armati hanno in realtà sferrato nuovi attacchi, anche nello stesso distretto di Mocimboa da Praia. Nel vicino distretto di Macomia quasi 900 persone hanno dovuto lasciare le loro case per via dei combattimenti.
Proprio il ritorno a casa dei molti sfollati a causa del conflitto è uno dei temi impiegati dal governo per sottolineare come le condizioni di sicurezza siano migliorate in modo significativo nella provincia. Secondo l’Organizzazione mondiale delle migrazioni (OIM), circa 540mila abitanti di Cabo Delgado sono tornati dove risiedevano prima dello scoppio delle ostilità, mentre 800mila restano ancora sfollati.
Come denuncia oggi l’ong locale Centro per la democrazia e i diritti umani (CDD), il ritorno a casa è stato segnato anche da violazioni dei diritti dei cittadini da parte delle forze armate mozambicane, con un conseguente calo nella fiducia della popolazione verso le istituzioni.
Temi che saranno chiave per il voto dell’11 ottobre, così come l’inflazione e l’aumento dei beni di prima necessità e la carenza di servizi sanitari. Si vota anche a Mocimboa da Praia, 62mila abitanti prima dell’inizio della guerra, e poi a Pemba, capoluogo di Cabo Delgado.