Nonostante le rassicurazioni del governo mozambicano, interessato a far ripartire i progetti estrattivi, nella provincia settentrionale di Cabo Delgado continuano gli scontri tra forze armate e terroristi.
Epicentro è stato ancora una volta il villaggio conteso di Mucojo, nel distretto di Macomia, sede di una base dell’esercito mozambicano, attaccato il 9 febbraio da uomini armati affiliati allo Stato Islamico che hanno rivendicato l’uccisione di oltre 20 soldati, issando nuovamente nel villaggio la bandiera jihadista.
L’amministratore del distretto, Tomás Badae, ha dichiarato alla stazione radio Zumbo FM che almeno 25 militari sono stati uccisi e le loro uniformi portate via.
Altre fonti hanno fanno sapere che gli insorti stanno ora occupando anche i villaggi di Nambo, Messano e Pangane, posizioni strategiche per l’avanzata lungo la costa.
Nonostante questi ultimi eventi, ENI, il colosso italiano del petrolio e del gas, insiste nel suo programma di sviluppo estrattivo con la costruzione un centro logistico di 30.000 m₂ con base a Pemba per operazioni offshore nel settore del gas.
La base logistica prevede la costruzione di un magazzino, una palazzina per uffici, un parcheggio, depositi vari e la costruzione o manutenzione delle circostanti strade di accesso.
La società intende inoltre affittare durante il 2024 una piattaforma galleggiante da usare per un periodo di 5 anni. La piattaforma verrebbe collegata alla rete stradale per agevolare il trasporto di materiali tramite camion.
L’annuncio di ENI segue la notizia che ExxonMobil, una settimana prima, aveva lanciato un bando di gara per aprire un suo campo nella penisola di Afungi, dove costruirà un gasdotto e un impianto di liquefazione on-shore.
Il bando indica l’intenzione della compagnia petrolifera statunitense di avviare un progetto di produzione di Gas naturale liquefatto (GNL), a lungo ritardato, che condivide con la compagnia francese TotalEnergies.
Dal canto loro, ENI ed Exxon gestiscono congiuntamente l’Area 4 offshore nel bacino di Rovuma, di cui ENI è responsabile.
Va ricordato che i progetti GNL onshore erano stati in gran parte sospesi dopo l’attacco dei ribelli islamisti a Palma in aprile 2021. Ora, nonostante prosegua l’instabilità di Cabo Delgado, questi recenti annunci indicano che le compagnie citate intendono andare avanti con i piani di ripresa delle operazioni un po’ ovunque.