Mozambico: dopo elezioni-farsa il paese si avvia verso il caos
Mozambico Politica e Società
Il Frelimo dato per vincitore in 64 di 65 comuni. Dimissionario il presidente della Commissione elettorale
Mozambico: dopo elezioni-farsa il paese si avvia verso il caos
Capovolti a favore del partito di governo i risultati provvisori delle elezioni comunali che assegnavano la capitale e alcune delle più importanti città del paese all’opposizione. La piazza si infiamma
16 Ottobre 2023
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 5 minuti

Dovevano essere le prime elezioni veramente libere, con un Mozambico finalmente senza armi, conflitto di Cabo Delgado a parte.

Gli accordi di pace siglati nel 2019 dal presidente Filipe Nyusi e dal presidente della Renamo (Resistenza Nazionale del Mozambico, il maggiore partito di opposizione del paese), Ossufo Momade, avevano creato le condizioni affinché si potesse concretizzare il disarmo della Renamo e la smobilitazione dei suoi effettivi militari.

Quanto accaduto l’11 ottobre, invece, ha fatto comprendere ciò che già si temeva: il processo di disarmo dell’eterno nemico del governo guidato dal Frelimo (Fronte di Liberazione del Mozambico), la Renamo, ha costituito l’occasione non tanto per realizzare elezioni prive di armi e, in teoria, da disputare sul piano esclusivamente politico, quanto per annichilire in modo definitivo le opposizioni, facendo rivivere gli spettri del ritorno a un regime a partito unico, in cui le principali libertà sono un mero ricordo.

Risultati capovolti

I risultati che sono emersi da queste elezioni comunali parlano di una vittoria larga della Renamo in molte città del paese. Le elezioni locali sono sempre state, da quando per la prima volta sono state realizzate, un momento in cui le opposizioni hanno potuto provare che l’egemonia del Frelimo non si è mai trasformata in monopolio elettorale.

Città importantissime, come Beira, Quelimane, Nampula, Ilha de Moçambique e altre, concentrate nel centro e nel nord del paese, da anni sono governate dalle opposizioni (Renamo e, nel caso di Beira, dal Movimento democratico del Mozambico, MDM).

Questa volta, però, la vittoria della Renamo (e dell’MDM a Beira) ha rotto una tradizione che, anche se con metodi poco corretti (brogli elettorali consistenti) aveva consentito al Frelimo di continuare a detenere il monopolio politico in tutto il sud del paese.

I risultati usciti dalle urne dell’11 ottobre – nonostante enormi ombre sulla registrazione degli elettori per queste amministrative – danno maggioranze assolute alla Renamo nelle due città più popolose del paese, la capitale Maputo e la città-dormitorio limitrofa, Matola, a cui va aggiunta, nella provincia di Inhambane, la capitale turistica del Mozambico meridionale, Vilankulos.

A tali risultati vanno aggiunte le affermazioni, largamente previste, in città come Beira, Quelimane, Nampula, Nacala, Moatize e molte altre, prefigurando uno scenario che lascia pochissimo spazio al partito di governo per le elezioni politiche e presidenziali del prossimo anno.

Senza colpo ferire, le commissioni elettorali locali – che devono procedere alla prima verifica di quanto emerso dalle urne per poi passare il tutto alla Commissione Nazionale Elettorale – hanno semplicemente capovolto risultati che erano ormai stati confermati da tutti gli osservatori, ed esposti pubblicamente al di fuori dei vari seggi elettorali.

Così, tanto per fare un esempio, Venâncio Mondlane, capolista della Renamo per il comune di Maputo, che aveva ottenuto intorno al 53% dei consensi nella capitale, si è visto defraudare la vittoria, con un Frelimo dato inspiegabilmente al 58%.

Lo stesso è avvenuto in tutte le altre città del paese, a eccezione di Beira, dove il Frelimo avrebbe deciso di non alterare il risultato, visto che il partito vincitore, l’MDM, non costituirebbe una reale minaccia in vista delle elezioni del 2024.

Su 65 comuni, il Frelimo è dato a oggi vincitore in 64 (appunto, con l’eccezione di Beira).

La patata bollente è, adesso, nelle mani della Commissione Nazionale Elettorale, che ha già fatto registrare diversi scossoni.

Il suo presidente, il pastore anglicano don Carlos Matsinhe, aveva già presentato le proprie dimissioni, ma sembra che, dai piani alti, qualcuno lo abbia “invitato” a restare fino alla pubblicazione definitiva dei risultati, mentre uno dei vicepresidenti, Fernando Mazanga, rappresentante della Renamo, ha già espresso il proprio disappunto per elezioni completamente truccate e niente affatto credibili.

In attesa dei risultati ufficiali, la piazza si infiamma

I risultati ufficiali dovranno essere divulgati nei prossimi giorni dalla Commissione Nazionale Elettorale; questa volta, però, vi è un fattore nuovo che, in tutte le precedenti tornate elettorali, era assente: il movimento dei giovani “Povo no Poder”, costituitosi dopo la morte del rapper Azagaia nel marzo scorso, e che ha sostenuto con forza le opposizioni.

Per le strade di molte città del Mozambico sono già in atto scontri fra questi giovani, alcuni rappresentanti della Renamo (come il sindaco uscente di Quelimane, Manuel de Araújo, che sarebbe già sfuggito a un paio di attentati) e le forze di polizia, al momento fedeli al governo.

Il conflitto è destinato a crescere, prendendo la forma, probabilmente, di una guerriglia urbana diffusa che nessuno sa dove andrà a parare.

Le uniche prese di posizione che segnalano preoccupazione sono venute, da un lato, dall’Ordine degli avvocati, che ha espresso la contrarietà alla violazione del principio costituzionale fondamentale, il rispetto della volontà elettorale; dall’altro, dall’ex-presidente Joaquim Chissano, uno dei leader storici del Frelimo, che ha appellato affinché il proprio partito rispetti la volontà degli elettori, riconoscendo la vittoria della Renamo.

Nel frattempo, il silenzio più assordante è quello della comunità internazionale che di fronte a un paese che sta precipitando nel caos, continua a osservare passivamente il divenire di una situazione destinata, sin dalle prossime ore, a diventare ingestibile e ad alto rischio.

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