Mozambico: ancora in bilico i risultati delle elezioni comunali
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La Conferenza episcopale denuncia brogli e chiede un riconteggio
Mozambico: ancora in bilico i risultati delle elezioni comunali
Sale la tensione sociale con il moltiplicarsi di prove di manipolazioni del voto a favore del partito di governo. Almeno cinque i morti. Risultati contestati in 65 comuni. I vescovi lanciano un appello alla calma chiedendo garanzie sul fatto che “i voti depositati nelle urne siano il riflesso della volontà popolare"
23 Ottobre 2023
Articolo di Luca Bussotti
Tempo di lettura 4 minuti
Sostenitori del RENAMO protestano davanti all'ufficio del FRELIMO a Maputo (Credit: Zitamar Notizie)

Mentre le reti sociali del Mozambico scoppiano di video e confessioni di pratiche corruttive diffuse da parte di chi doveva controllare la trasparenza e la correttezza delle elezioni comunali dell’11 ottobre scorso, emergono anche episodi che, se non descrivessero una realtà drammatica, dovrebbero suscitare una certa ilarità.

A Gurué, un importante centro produttivo della Zambézia (centro-nord del paese), il conteggio parallelo dei voti aveva fotografato una situazione di incertezza, per l’elezione a sindaco, fra il capolista della RENAMO e quello di Nuova Democrazia, due partiti di opposizione.

Al contrario, i dati ufficiali darebbero la vittoria al FRELIMO, il partito di governo, con la particolarità che i voti a questa lista sarebbero superiori al numero totale dei votanti.

La colonna sonora che in questi giorni impazza s’intitola Trufa-fa Trufa-fa, una hit del movimento rap mozambicano destinata a diventare l’inno dei giovani resistenti di “Povo no Poder”. Il grande problema, però, è come uscire da una situazione che sembra incanalata verso il caos generalizzato.

L’appello dei vescovi

I vescovi cattolici hanno provato a indicare un percorso, avendo presente il bene supremo del paese: mantenere la pace, almeno al di fuori dell’area critica di Cabo Delgado dove, fra l’altro, i terroristi sono tornati ad attaccare e uccidere con insistenza.

Secondo la CEM (Conferenza Episcopale del Mozambico), il paese è immerso in una “continua tensione sociale” derivante dagli evidenti brogli elettorali gestiti dal partito al potere; è quindi necessario procedere a un riconteggio trasparente, garantendo che “i voti depositati nelle urne siano il riflesso della volontà popolare”.

Nel documento divulgato pochi giorni fa non si fa menzione esplicita del partito-Stato che ha ordito questa gigantesca frode elettorale, e tuttavia si appella affinché chi l’ha organizzata accetti il responso delle urne.

Dal lato di chi protesta (le opposizioni) si chiede invece un atteggiamento pacifico, responsabile, evitando atti di violenza che porterebbero soltanto ad altra violenza.

Infine, una parola viene spesa anche verso le forze di polizia, in altre circostanze protagoniste di nefandezze e violenza gratuite contro cittadini inermi, come accade a marzo scorso in occasione della morte del rapper Azagaia.

Nel frattempo, Amnesty International ha già divulgato un comunicato di condanna per l’uso eccessivo della forza da parte delle forze dell’ordine in seguito alle manifestazioni post-elettorali in Mozambico, mentre punti di violenza sono già esplosi in varie parti del paese.

A Chiure (un comune governato dalla RENAMO, nella provincia di Cabo Delgado) quattro persone sono state trovate morte a opera della polizia, come denuncia in una sua lettera aperta Samora Machel Jr, figlio del primo presidente della Repubblica, Samora Machel, che ha così inteso prendere le distanze dall’ondata di brogli e di violenza orchestrata dal suo stesso partito.

A Milange (provincia della Zambézia) il corpo senza vita del trentenne Pedro Manguissa è stato rinvenuto pochi giorni fa in un’area disabitata.

Tutto lascia supporre che la vittima fosse coinvolta in schemi di brogli elettorali a favore del FRELIMO, visto che era il presidente del seggio elettorale locale.

Altri episodi di violenza si sono registrati a Beira, Quelimane, Nampula, insomma, un po’ per tutto il paese, lasciando intendere che, da un momento all’altro, la guerriglia urbana potrebbe diffondersi a macchia di leopardo, portando a una situazione incontrollabile.

Vie di uscita

Se il documento della CEM appella a un senso della responsabilità delle varie parti che, mai come oggi, è necessario affinché non scoppi un ennesimo conflitto civile, nella pratica le soluzioni sono difficili.

Esse possono essere sintetizzate in tre diverse opzioni. Una prima che lascia, come sta accadendo sino a questo momento, mano libera alle varie istanze giuridiche locali, che possono accogliere, o meno, i ricorsi delle opposizioni per un riconteggio dei voti, andando quindi in ordine sparso.

Una seconda in cui la Corte Costituzionale decreti un riconteggio generalizzato, e un’ultima, in cui la stessa istanza giuridica suprema faccia ripetere le elezioni in tutti i 65 comuni coinvolti.

Quest’ultima sembrerebbe la via maestra per chiudere qualsiasi tipo di polemica, e tuttavia esistono per lo meno due grandi questioni che essa solleva.

La prima riguarda la capacità finanziaria dello stato mozambicano nel sopportare un’ulteriore spesa per motivi elettorali, mentre gran parte degli stipendi dei funzionari pubblici segnala mesi di ritardo.

La seconda, forse ancora più complicata, ha a che vedere con la credibilità delle istituzioni che dovrebbero supervisionare il nuovo processo elettorale (o anche, semplicemente, il riconteggio dei voti).

Il rischio di ripetere lo scenario attuale è elevato, e soltanto organismi realmente indipendenti e non legati al partito di maggioranza potrebbero garantire elezioni trasparenti e giuste. Un’utopia, coi tempi che corrono oggi in Mozambico.

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