I tre peggiori giorni della lunga vita del Frelimo si sono conclusi con una sorpresa: Daniel Chapo, attuale governatore di Inhambane (provincia del sud del Mozambico) è stato designato come candidato del partito al potere per le prossime elezioni presidenziali del 9 ottobre. Un nome non pronosticato e impronosticabile, una seconda o terza fila che è emerso soltanto a causa della frattura, che a tratti è sembrata insanabile, fra le varie anime del partito.
La riunione del Comitato centrale – organismo che ha il diritto, per statuto, di designare il candidato alla presidenza della repubblica – era iniziata sotto cattivi auspici. Era chiaro che la Commissione politica (una sorta di esecutivo del partito, presieduto dal suo presidente, Nyusi, che è anche presidente della repubblica) avrebbe voluto imporre i propri nomi, dopo che i tentativi di convergenza su una delle figure forti del partito (José Pacheco, Basílio Monteiro, Samora Machel Junior, Celson Correia, Luísa Diogo e altri) aveva partorito un niente di fatto. La fumata nera aveva indotto Nyusi a forzare la barra, ignorando quanto previsto dallo statuto del Frelimo: proporre (anzi, imporre) un nome a lui vicino, senza dare la possibilità di alternative al Comitato centrale.
Il presidente Nyusi all’angolo
Il nome designato era quello di Roque Silva, segretario generale del partito, ossia il numero 2, subito dopo Nyusi, nella gerarchia interna. Figura al contempo grigia e autoritaria, Silva avrebbe garantito a Nyusi tutte le condizioni migliori una volta uscito dalla presidenza della repubblica, a partire dalla protezione in materia di giustizia, particolarmente temuta dall’attuale inquilino della Ponta Vermelha. Il Comitato centrale, però, non la pensava alla stessa maniera. Dopo anni di umiliazioni e di silenzi, in un anelito di dignità i membri del principale organismo dirigente del Frelimo hanno chiesto a Nyusi di poter designare altri candidati, oltre a Roque Silva. Proposta rimandata al mittente, ma apertura (in apparenza formale) verso altre candidature, fra cui quella di Esperança Bias (attuale presidente del parlamento) e lo stesso Daniel Chapo.
Sparring partner, si pensava…E invece il Comitato centrale, al momento del voto, ha deciso anzitutto di astenersi, in chiaro segnale di protesta contro Nyusi e Roque Silva (140 schede bianche su 250 aventi diritto al voto), andando poi a premiare Chapo, che superava largamente Roque Silva nel conteggio dei voti validi. Il segretario generale, allora, ha presentato le proprie dimissioni, rinunciando alla propria candidatura, e permettendo a Chapo di avanzare verso una candidatura unica al secondo turno, resosi necessario perché nessuno aveva raggiunto la maggioranza assoluta al primo turno. Correndo da solo, col 94% dei voti, Chapo è così stato designato candidato ufficiale del Frelimo per le prossime elezioni presidenziali.
Nuova leva, e senza nemici…
Considerato fra le nuove leve all’interno del Frelimo (è nato nella provincia di Sofala nel 1977), Chapo ha ricoperto vari incarichi, da Nacala-a-Velha (provincia di Nampula), a Palma (Cabo Delgado), per finire, nel 2016, governatore di Inhambane. Laureato in diritto presso l’Università Eduardo Mondlane e con master in Management dello sviluppo presso l’Università Cattolica del Mozambico, Chapo è chiamato a un compito che non si prospetta per niente agevole. Dovrà ricompattare un partito diviso e stanco, stremato da lotte interne che niente hanno di politico, ma che si basano su interessi economici e rancori personali, con l’aggravante che non ha mai partecipato personalmente a un’elezione diretta, visto che ha sempre svolto incarichi su nomina presidenziale o ministeriale. Dalla sua vi sono due elementi: il suo riconosciuto equilibrio, e il fatto di avere pochissimi nemici all’interno del Frelimo, e la condizione disperata dei principali partiti di opposizione del Mozambico, Renamo in testa.
Se la situazione dovesse mantenersi come si presenta oggi, Chapo non dovrebbe avere soverchi problemi nell’affermarsi come prossimo presidente del Mozambico, anche se la questione della presidenza del partito dovrà essere affrontata in modo serio, visto che questa importante carica è ancora ricoperta da Nyusi, e lo sarà – fino a un prossimo congresso – anche dopo le elezioni. Se, viceversa, le opposizioni dovessero coalizzarsi (fatto mai accaduto nella storia del Mozambico), convergendo su un candidato forte, come, per esempio, Venâncio Mondlane, la partita sarebbe aperta, anche in considerazione del fatto che qualche gruppo interno al Frelimo potrebbe decidere di sabogtare il voto in favore di Chapo, con conseguenze difficilmente prevedibili.