È terminato con la sentenza del giudice Robin Knowles, del tribunale di Londra, datata 29 luglio, il primo round del processo che vedeva lo stato del Mozambico di fronte alla Privinvest, in merito al famigerato scandalo del debito pubblico occulto che nel 2016 ha anche provocato la sospensione del sostegno a Maputo delle istituzioni finanziarie internazionale, dopo essere stato scoperto.
Privinvest è una holding libanese composta da cinque società che era guidata da Iskandar Safa (scomparso a gennaio di quest’anno) ed è accusata di aver esercitato pratiche di corruzione verso politici e alti funzionari pubblici mozambicani, così come verso dirigenti del Credite Suisse, al fine di accedere a prestiti, su garanzia sovrana dello stato mozambicano, mediante emissioni di obbligazioni, per costruire un sistema di difesa marittimo che non è mai stato realizzato.
Il principale accusato, dal lato mozambicano, era Manuel Chang, ex-ministro delle Finanze, in questo momento a processo presso il tribunale di New York, che avrebbe intascato sette milioni di dollari di tangenti per mettere la propria firma, garantendo l’emissione di obbligazioni statali, al fine di permettere l’avvio di un’operazione che, in realtà, si è trasformata in un gigantesco giro di tangenti.
I principali protagonisti di questa triste vicenda sono stati i vertici del SISE (servizio di intelligence mozambicano), a capo delle tre società che avrebbe dovuto sviluppare il progetto, Ematum, MAM e Proíndicus, uno dei figli dell’ex-presidente Guebuza, insieme a diversi altri protagonisti della vita politica dell’ex-colonia portoghese e faccendieri vari, finiti tutti in carcere dopo un processo celebrato a Maputo.
La sentenza del tribunale di Londra ha deciso che Privinvest deve restituire allo stato mozambicano circa 1,9 miliardi di dollari, fra interessi maturati e false garanzie sovrane, che avrebbero dovuto maturare nel 2031. Il vice-procuratore generale mozambicano, Ângelo Matusse, ha confermato che lo stato seguirà con attenzione i procedimenti affinché questi soldi entrino effettivamente nelle casse del bilancio di un paese che sta attraversando gravissimi problemi di liquidità.
Da segnalare che, fra i creditori, vi sono diversi cittadini statunitensi, ingannati da funzionari corrotti del Credite Suisse, e per questo Chang sta subendo un processo negli Stati Uniti, avendo già restituito, secondo informazioni provenienti da New York, i 7 milioni di dollari che aveva intascato da ministro delle finanze del governo Guebuza. Proprio la confessione di colpevolezza resa da Chang presso il parallelo processo nel tribunale di New York avrebbe influenzato anche la decisione del tribunale di Londra, favorevole allo stato mozambicano che, quindi, in questo caso deve essere considerato come parte lesa.
Non è finita, soprattutto per il presidente Nyusi…
Il caso, però, non finirà con questa sentenza. Privinvest ha infatti già fatto sapere che farà ricorso, chiedendo giustizia rispetto a un processo che ha avuto, a suo dire, una enorme lacuna giuridica: numerosi documenti richiesti dallo stesso giudice Knowles, per esempio, non sono stati messi a disposizione da parte dello stesso stato mozambicano, il che lascia più di un dubbio sul fatto che sia stato il solo Chang ad avere la responsabilità politica e soprattutto giuridica di questa enorme frode finanziaria.
Anzi, nella sua sentenza lo stesso giudice ha lasciato aperto più di uno spiraglio in tal senso, affermando che l’attuale presidente Nyusi, al tempo ministro della Difesa, e poi anche come capo di stato, non avrebbe volontariamente servito i migliori interessi del popolo mozambicano, contravvenendo, quindi, a un suo dovere primario.
Stesso discorso va fatto per l’attuale primo ministro, Adriano Maleiane. Per questo Privinvest – che non ha accettato pattegiamenti con lo stato mozambicano – ha già annunciato di voler processare Nyusi, quando questi, a gennaio del prossimo anno, perderà la sua immunità presidenziale, e potrà essere giudicato come un normale cittadino. La partita, insomma, è appena iniziata…