Proseguono i negoziati a guida turca fra Etiopia e Somalia - Nigrizia
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Il prossimo round si celebrerà il 2 settembre. Ankara si dice fiduciosa
Proseguono i negoziati a guida turca fra Etiopia e Somalia
Il centro del contendere è l'accordo fra Addis Abeba e il Somaliland, ritenuto non legittimo da Mogadiscio
03 Luglio 2024
Articolo di Redazione
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Il ministro degli esteri turco, Hakan Fidan, fra gli omologhi etiope e somalo, rispettivamente Taye Atske Selassie e Ahmed Moallim Fiqi. Foto dal profilo X del ministero degli esteri di Ankara

«I ministri degli esteri etiopico e somalo, Taye Atske Selassie e Ahmed Moallim Fiqi, hanno deciso di incontrarsi nuovamente il 2 settembre 2024 ad Ankara per un secondo ciclo di colloqui. Alla luce di quanto emerso oggi sono aumentate le nostre speranze per il futuro». È quanto ha dichiarato il ministro degli esteri turco Hakan Fidan in seguito al successo dell’incontro in Turchia tra i ministri dei due paesi del Corno d’Africa.

«Il livello di fiducia e il mandato conferito da entrambe le parti alla Turchia e al presidente Recep Tayyip Erdogan rafforza la nostra convinzione che siamo sulla strada giusta», ha aggiunto Fidan ribadendo l’impegno di Ankara a mediare per facilitare il dialogo e trovare basi comuni su cui migliorare le relazioni. I rapporti tra Etiopia e Somalia si sono deteriorati da quando a inizio anno Addis Abeba aveva stretto un accordo con la regione separatista del Somaliland per acquistare un territorio che gli avrebbe permesso di costruire un porto con accesso sull’oceano.

Il tanto agognato mare 

L’Etiopia, con i suoi 120 milioni di abitanti circa, è il paese più popoloso al mondo a non avere uno sbocco sul mare. Ottenere un affaccio costiero e la possibilità di controllare uno scalo portuale è una delle ambizioni chiave del paese almeno fin dal 1991, anno in cui l’Eritrea ha raggiunto l’indipendenza da Addis Abeba, privando così l’Etiopia del suo spazio sul mar Rosso. La questione è considerata prioritaria dall’amministrazione guidata dal premier Abiy Ahmed. Fino a oggi il paese si è servito del porto di Gibuti per condurre le sue operazioni di import-export, dovendo pagare però cifre significative per poter usufruire della struttura. 

 Il governo etiopico si era difeso dalla denuncia di Mogadiscio, che aveva accusato Addis Abeba di aver condotto l’operazione illegalmente e senza alcun dialogo con il governo centrale, sostenendo che l’accordo con il Somaliland non avrebbe comportato alcuna conseguenza negativa nei confronti dei paesi vicini. La Somalia, tuttavia, si era scagliata contro il patto con una forte campagna contro l’Etiopia, definendo l’accordo una chiara violazione della sua sovranità, e ritirando da Addis Abeba il proprio ambasciatore.

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