Per gli stranieri privi di permesso di soggiorno era già stato complicato accedere al diritto di vaccinarsi. Lo scorso maggio, più volte il direttore sanitario dell’Istituto nazionale salute migrazioni e povertà, Gianfranco Costanzo era dovuto intervenire per formulare la richiesta che anche gli oltre 700mila cittadini stranieri presenti sul territorio da oltre tre mesi e in possesso del tesserino sanitario Stp (Stranieri temporaneamente presenti) avessero accesso alla vaccinazione anticovid.
Allora, il problema era che il sistema informatico nazionale riconosceva solo il codice della tessera sanitaria e non il tesserino che garantisce prestazioni urgenti o essenziali, e che avrebbe dovuto quindi comprendere anche il vaccino. Vinta finalmente la battaglia e iniziata la campagna di vaccinazione degli immigrati senza permesso di soggiorno ma in possesso di Stp, la Cisl di Milano denuncia l’ennesima stortura: il sito del ministero della salute non riconosce il codice dell’Stp. Per cui i migranti vaccinati non riescono a scaricare il green pass. Per farlo infatti occorre, oltre che ricevere la mail o l’sms, inserire quelle famose ultime quattro cifre della tessera sanitaria nazionale. Ancora una volta codice Stp non viene riconosciuto.
Un problema non da poco, se si tiene conto del fatto che il green pass occorre per accedere a diversi servizi oltre che per spostarsi in treno. «Non dimentichiamoci – ricorda Maurizio Bove, responsabile del dipartimento immigrazione della Cisl di Milano – che molti stranieri irregolari lavorano, anche se purtroppo in nero, e sono parte integrante della nostra società. Alcuni vivono in questa condizione perché magari hanno perso un lavoro in regola». Ancora una volta il diritto ad accedere ai servizi che riguardano la salute penalizza chi è migrante.