L’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) ha dichiarato che da settimane centinaia di migranti, che erano intenzionati a raggiungere l’Europa, vengono cacciati dall’Algeria verso il deserto del Niger. I migranti si stanziano inizialmente ad Assamaka, il primo villaggio al confine con il Niger.
Più di 4.500 di loro, finora, sono giunti nel piccolo centro spazzato dal vento del Sahara, mettendo a dura prova gli abitanti del luogo. Livia Manente, operatrice dell’Oim, ha scritto che circa 400 migranti sono giunti venerdì scorso da 16 paesi dell’Africa occidentale e centrale su oltre 20 camion, dopo essere stati bloccati mentre si recavano in cerca di lavoro verso alcune città algerine. «Ci hanno detto che dopo il sequestro dei loro telefonini sono stati trasportati su camion alla località di Guezzam e costretti poi ad attraversare il confine col Niger e rinchiusi, quindi, in stanzoni sovraffollati con scarso accesso a cibo acqua.
Tra loro anche numerosi bambini e donne incinte. I funzionari algerini hanno dichiarato che a partire da gennaio, a oltre 20mila migranti è stato impedito finora di tentare di raggiungere l’Europa, grazie alle misure di sicurezza poste sui confine con il Mali e il Niger. Ad Assamak, con temperature che possono raggiungere i 48 gradi, migliaia cercano ombra sotto le pareti delle case o sotto teloni. I migranti hanno denunciato di essere stati spogliati dei loro beni in Algeria. Non possono permettersi di pagare per il ritorno a casa né possono più parlare per telefono con i parenti. Molti di loro sono malati, colpiti dalla scabbia o da ferite infette. Si trovano pertanto bloccati, a volte per mesi, in quella che è una vera prigione aperta nel deserto.
L’Italia dal 2017 finanzia il Niger per fermare i migranti entro i suoi confini.