Finora l’Unione africana (Ua) si è mossa con i piedi di piombo sul golpe (in divenire) iniziato il 26 luglio in Niger.
Ora il Consiglio per la pace e la sicurezza (Cps) ha fatto sapere che in una riunione del 14 agosto ha deciso «di sospendere immediatamente la partecipazione della Repubblica del Niger da tutte le attività dell’Ua, dai suoi organi e istituzioni fino a che non sia effettivamente ristabilito l’ordine costituzionale».
Quanto alla decisione, maturata il 10 agosto, della Comunità economica degli stati dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) di prevedere – oltre alle sanzioni economiche già in vigore – anche la possibilità di un intervento militare in Niger, il Cps si limita a «prendere nota» e a chiedere alla Commissione dell’Ua di «valutarne le implicazioni economiche, sociali e securitarie».
Nel frattempo, venerdì 18 agosto, il capi di stato maggiore della Cedeao, riunita ad Accra (Ghana) hanno determinato «il giorno dell’intervento» e fissato «gli obiettivi strategici, l’equipaggiamento necessario e l’impegno degli stati membri».
La giunta militare nigerina non sembra preoccuparsi più di tanto. L’uomo forte, il generale Abdourahamane Tiani, ha nominato un governo, deciso che la transizione durerà tre anni e prefigurato un «dialogo nazionale» per arrivare a scrivere una nuova Costituzione».
I golpisti hanno “congelato” il presidente Mohamed Bazoum, eletto nel 2021, mettendolo agli arresti con la sua famiglia dal giorno del golpe.
E il presidente ha preso la parola sul quotidiano francese Le Figaro attraverso un lettera aperta della figlia Zazia Bazoum che vive a Parigi.
Nel chiedere la liberazione del padre, Zazia ha scritto che il presidente non ha nessuna intenzione di dimettersi «perché tiene ai valori democratici e ha sempre combattuto i regimi militari».
E che «ha deciso di battersi per la salvaguardia della democrazia in Niger».
Da segnalare che la crisi nigerina sta facendo salire la tensione tra Parigi e Algeri.
Secondo alcuni media algerini, la Francia si sarebbe vista rifiutare la richiesta di poter sorvolare il territorio algerino.
La richiesta, se confermata, potrebbe essere legata a un’operazione militare in Niger. Parigi nega di aver chiesto l’autorizzazione.