Otto giorni dopo aver posto agli arresti domiciliari il presidente del Niger Mohamed Bazoum, messo fuori gioco governo e parlamento, ed essersi chiusi a riccio, i militari golpisti lanciano un segnale che allude al ripristino di una normalità regionale.
Un portavoce della giunta – che contesta al governo Bazoum di non saper contrastare il jihadismo e di essere responsabile di una situazione socio-economica insostenibile – ha annunciato in tv che «da oggi sono riaperte le frontiere terrestri e aeree con Algeria, Burkina Faso, Libia, Mali e Ciad».
Un cenno d’intesa con Mali e Burkina Faso che ieri si sono schierati a fianco dei colleghi golpisti e contro le misure prese e minacciate dalla Comunità economica dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas).
E si tratta anche di un gesto di apertura al Ciad, il cui presidente Mahamat Idriss Déby ha assunto un ruolo di mediazione a Niamey. Va ricordato che il Ciad è un paese storicamente vicino alla Francia e dotato di una consistente forza militare.
Quanto a Libia e Algeria, la riapertura delle frontiere è un intralcio in meno per le rotte migratorie verso il Mediterraneo e l’Europa. La normalità, appunto.
Certo questo non evita al capo della giunta, Abdourahamane Tiani, di rimanere nel mirino della Cedeao. Da oggi fino a venerdì sono riuniti ad Abuja i capi di stato maggiore dei paesi dell’organismo regionale che ha anche il compito di cooperare per la sicurezza dell’Africa occidentale.
L’ordine del giorno sul tavolo degli alti ufficiali è questo: come muoversi se i golpisti nigerini lasceranno scadere l’ultimatum (sabato 5 agosto), senza ristabilire l’ordine costituzionale?
La Cedeao non ha escluso un intervento armato, ma sembra essere una opzione difficilmente praticabile perché aprirebbe un conflitto interafricano. Che nessuno vuole.
E infatti la Cedeao sta aprendo un altro fronte di trattativa. Secondo l’agenzia France presse, nella giornata di oggi una delegazione della Cedeao, guidata dall’ex presidente della Nigeria, il generale Abdulsalami Abubakar, sarà a Niamey per incontrare i responsabili della giunta militare. (RZ)