La notizia è buona ma piena di reticenze. Il giornalista francese Olivier Dubois – rapito dai jihadisti del Gruppo di sostegno all’islam e ai musulmani (Gsim) l’8 aprile 2021 a Gao nel nord del Mali – è stato liberato ieri, sta bene e si trova in Niger. Assieme a lui ha riacquistato la libertà, l’operatore umanitario Usa, Jeffery Woodke, che era nelle mani dei jihadisti dall’ottobre del 2016.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso la sua riconoscenza al Niger per questa liberazione. E dunque deduciamo che a condurre l’operazione siano state le forze di sicurezza nigerine e che l’azione si sia svolta sul territorio del Niger, paese del Sahel che ha mantenuto buone relazioni con Parigi ed è impegnato nella lotta al terrorismo.
Non sono stati forniti altri particolari e perciò si può anche supporre che si sia svolta una trattativa e sia stata pagata un somma di denaro. Dubois, 48 anni, giornalista indipendente che collabora con Libération, Le Point e Jeune Afrique, una volta sceso all’aeroporto di Niamey si è limitato a frasi di circostanza.
Alcuni osservatori hanno collegato la liberazione del giornalista e dell’operatore umanitario alla recente visita (17 marzo) in Niger del segretario di stato Usa, Antony Blinken. Il quale potrebbe aver trovato argomenti convincenti per sbloccare la situazione.