A poco più di quattro mesi dal colpo di stato che ha detronizzato il presidente del Niger Mohamed Bazoum, tuttora agli arresti domiciliari, la giunta militare del generale Abdourahamane Tiani ha impresso un netto cambio di rotta alle relazioni internazionali del paese saheliano.
Ieri il generale, che dirige una transizione dai contorni politici e temporali piuttosto vaghi, ha ricevuto a Niamey una delegazione russa capitanata dal viceministro della difesa Yunus-Bek Yevkurov. Una visita ufficiale che, secondo le autorità nigerine, ha lo scopo di «rafforzare la cooperazione militare tra il Niger e la Federazione russa».
L’incontro avviene dopo che nei mesi scorsi la giunta militare ha dichiarato decaduti gli accordi di cooperazione militare con la Francia e ottenuto il ritiro della missione militare francese (1500 uomini) dispiegata nel paese in funzione anti-jihadista.
Una mossa alla quale è seguita quella dell’abrogazione della legge contro l’immigrazione, sostenuta dall’Europa per il blocco dei flussi di migranti verso la Libia, e l’annuncio, ieri, dell’annullamento di due accordi militari chiave con l’Unione Europea: la EU Military Partnership Mission in Niger e l’EU Civilian Capacity-Building Mission.
È di qualche giorno fa la decisione di Niger e Burkina Faso di lasciare, seguendo le orme del Mali, il G5 Sahel, uno strumento di cooperazione regionale incentrato sui temi della sicurezza e dello sviluppo. Strumento dialogante con l’Unione europea e l’occidente.
Nel frattempo, Niger, Mali e Burkina Faso, sospesi dalla Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (ECOWAS/CEDEAO), stanno cercando di far decollare l’Alleanza degli stati del Sahel. Un’alleanza che guarda anche alla Russia. Almeno a giudicare a giudicare dai rapporti che ciascun paese sta tessendo con gli emissari di Putin.
Domenica, prima di recarsi in Niger, il viceministro russo Yevkurov ha fatto un salto a Bamako, capitale del Mali, dove ha incontrato il ministro dell’economia Alousséni Sanou. Sul tappeto alcuni progetti di sviluppo in materia di energie rinnovabili e di energia nucleare, le necessità del Mali in termini di approvvigionamento di grano e di prodotti petroliferi, e l’urgenza di realizzare infrastrutture.
Due parole saranno state spese anche sulla collaudata presenza del gruppo paramilitare russo Wagner. I mercenari affiancano l’esercito maliano nella lotta al terrorismo jihadista e si sono più volte segnalati in quanto non sanno distinguere un miliziano da un civile.