Il Niger revoca ad Orano il permesso di estrarre uranio a Imouraren
Economia Niger
Nel giacimento in concessione, uno dei più grandi al mondo, la società francese non ha mai iniziato a operare
Il Niger revoca ad Orano il permesso di estrarre uranio a Imouraren
21 Giugno 2024
Articolo di Redazione
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Dopo aver cacciato le truppe francesi dal Niger, la giunta golpista che dal luglio 2023 governa il paese cerca di liberarsi anche delle aziende che fanno capo a Parigi, operative sul territorio.

La più importante tra queste è Orano (ex Areva) che dal 1971 sfrutta le consistenti riserve di uranio del paese per alimentare le centrali nucleari d’Oltralpe e di parte d’Europa.

Ieri però, il ministero delle Miniere nigerino ha comunicato d’aver ritirato ad Orano il permesso per lo “sfruttamento su larga scala” dell’uranio nel giacimento di Imouraren, uno dei più grandi al mondo, con riserve stimate in 200mila tonnellate, situato nella regione settentrionale di Agadez.

Lo stesso ministero il 7 giugno aveva imposto alla società francese un ultimatum, scaduto il 19 giugno, intimando l’avvio delle operazioni di estrazione – per una produzione annua di 5mila tonnellate – che avrebbero dovuto cominciare nel 2011 ma che Orano ha ritardato fino ad oggi, sostenendo che il calo del prezzo di mercato del minerale in seguito al disastro nucleare di Fukushima, quello stesso anno, non permettesse uno sfruttamento redditizio dei giacimenti.

Con un comunicato, la società fa sapere di essere “disposta a mantenere aperti tutti i canali di comunicazione con le autorità nigerine sull’argomento, riservandosi il diritto di impugnare la decisione di revoca del permesso operativo davanti alle competenti autorità giudiziarie, nazionali o internazionali”.

Se la società francese non dovesse trovare un nuovo accordo con Niamey, il ricco giacimento di Imouraren potrebbe essere affidato ad altri competitor. Tra quelli che hanno dimostrato maggior interesse ci sono due paesi sottoposti a sanzioni, entrambi colossi nello sviluppo del nucleare: la Russia e l’Iran. Due paesi ai quali la giunta sovranista guarda con maggior benevolenza rispetto all’ex potenza coloniale e all’Occidente in generale.

Dagli anni Settanta e per decenni Areva ha mantenuto una posizione di monopolio assoluto dello sfruttamento dell’uranio nigerino, ma a partire dal 2010 il governo ha iniziato a siglare accordi anche con altri attori esterni.

In anni più recenti società cinesi, australiane, statunitensi, britanniche, italiane, canadesi, indiane e russe hanno ottenuto permessi per la prospezione delle miniere di uranio. A febbraio 2022 erano in vigore 31 permessi di esplorazione dell’uranio e 11 titoli di estrazione.

Un’altra azienda che dieci anni fa aveva sospeso per mancanza di redditività l’estrazione nel nord del Niger, la Société des mines d’Azelik (Somina), a maggioranza cinese, ha annunciato che riprenderà a breve i lavori.

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