A due mesi dal voto per le elezioni presidenziali in Nigeria, è più di una tegola per Peter Obi.
Il candidato del Partito Laburista e terzo incomodo nella corsa alla massima carica del paese, ha costruito gran parte del suo consenso sull’immagine di persona onesta e lontano dalla sistematica corruzione a cui viene generalmente associata la classe politica nigeriana.
Sarà più difficile difendere quel ruolo, ora che il suo presidente della campagna elettorale, Doyin Okupe, è stato condannato a 2 anni di prigione (convertibili in una ammenda) per riciclaggio di denaro sporco.
I reati giudicati da un’alta corte di Abuja risalgono al 2015, prima ancora che Okupe iniziasse a lavorare con Obi.
Okupe è stato ritenuto colpevole di aver incassato 400 mila dollari senza avere seguito la giusta procedura di dichiarazione. L’agenzia anti-corruzione nigeriana, la Commissione sui reati economici e finanziari, aveva già denunciato i fatti nel 2019.
La tempistica della condanna, a ridosso del voto, lascia il sospetto di una giustizia ad orologeria, in salsa nigeriana.
Per ora né Obi, né Okupe hanno rilasciato commenti sulla sentenza di condanna.