L’ex governatore della banca centrale della Nigeria, Godwin Emefiele, sospeso dal lavoro all’inizio di giugno dal nuovo presidente Bola Tinubu e arrestato dalla polizia segreta nigeriana il 10 giugno, è comparso in tribunale a Lagos con l’accusa di possesso illegale di armi da fuoco e munizioni, rinvenute nella sua abitazione.
Emefiele è entrato in tribunale portando sottobraccio una voluminosa Bibbia e si è dichiarato non colpevole delle accuse rivoltegli.
Il giudice Nicholas Oweibo dell’Alta corte federale di Lagos gli ha poi concesso la libertà ponendo una cauzione di 20 milioni di naira, nonostante le obiezioni dell’ufficio del procuratore generale.
All’uscita dal tribunale dopo il procedimento giudiziario, mentre gli operatori dei servizi penitenziari stavano trasferendo Emefiele nella loro struttura, alcuni agenti del Dipartimento dei Servizi Statali (DSS, la polizia segreta nigeriana) giunti sul posto, si sono confrontati con gli ufficiali delle carceri facendo scoppiare una rissa e prelevando con la forza l’ex governatore.
In seguito al fatto, gli attivisti del SERAP (Socio-Economic Rights and Accountability), l’organizzazione non governativa che difende i diritti sociali ed economici in Nigeria, sono intervenuti dichiarando: «L’amministrazione deve obbedire all’ordine del tribunale che gli concede la libertà su cauzione e porre fine all’attacco all’integrità del nostro sistema giudiziario da parte del DSS».
Il processo a Emefiele, accanito avversario di Tinubu alle contestate elezioni del 25 febbraio scorso, è stato aggiornato a novembre.