Onyeka Onwenu, deceduta il 30 luglio a 72 anni per infarto dopo essersi sentita male durante un’esibizione a Lagos, è stata senza dubbio una tra i personaggi più eccezionali della scena artistica nigeriana.
Cantante, attrice, giornalista televisiva e attivista politica e per i diritti umani, ha giocato un ruolo preminente nella lotta per i diritti delle donne negli anni ’80, con le sue canzoni e le sue ballate d’amore.
Tra i primi a rendere omaggio all’artista il presidente Bola Tinubu, che ha dichiarato che lei «vive nei suoi capolavori immortali».
Onyeka Onwenu era nata a Obosi, nello stato di Anambra, nel gennaio 1952 da Dickson Onwenu, figura politica prima dell’indipendenza del paese e Hope Onwenu, anch’essa cantante.
Onyeka dopo i primi studi in Nigeria completa la sua formazione negli Stati Uniti: nel Wellesley College, in Massachusetts, e nella New School, a New York.
Al suo ritorno in Nigeria, inizia la carriera come cantante pop e contemporaneamente lavora come annunciatrice presso l’Autorità televisiva statale nigeriana (NTA).
Nel 1984 è protagonista in un documentario prodotto in collaborazione tra la BBC e la NTA: Spandering of Riches, che denuncia la corruzione presente nel paese ricco di petrolio.
Il successo iniziale come cantante lo ottiene nel 1986 con One Love, mentre un’altra sua interpretazione, You and I, sarà in seguito ripresa nel film del 1999, Conspiracy, nel quale lei stessa recita una parte. La canzone diventa una delle colonne sonore più note di Nollywood, la seconda industria di produzione cinematografica più grande del mondo.
Onwenu, coetanea del grande cantante e attivista Fela Kuti, esercitò una forte pressione per il suo rilascio quando questi fu incarcerato, nel 1984, con l’accusa di sovversione.
Nel 2021, nel libro di memorie In My Father’s Daughter, Onwenu rivela che dopo il suo rilascio rifiutò la proposta di sposarlo da parte di Fela Kuti, noto anche per aver sposato nel 1978 ben 27 donne. «Gli dissi che ero un’amante gelosa, e che non sarei stata in grado di resistere come appendice del suo harem», scrive l’artista.
Onwenu negli anni ’90 scelse di proseguire la carriera con la musica gospel, dopo aver pubblicato quattro album.
Nel 2003 e nel 2011 ricevette dalle istituzioni nigeriane il dovuto riconoscimento a livello nazionale, anche se c’era chi interpretava come arroganza il suo mostrarsi come donna sicura di sé e determinata a raggiungere i propri obiettivi.
L’artista ci teneva alla riservatezza nella sua vita personale; ebbe due figli nel 1984 che crebbe da sola fino al raggiungimento della loro autonomia e professionalità.
Negli ultimi anni assunse un maggiore impegno in politica e diresse per tre anni il Centro nazionale per lo sviluppo delle donne, prima di concentrarsi nuovamente sulle arti.
A tale riguardo il regista anglo-nigeriano Biyi Bandele, nel 2013, la scelse come madre di Odenigbo, marito di Olanna, nell’adattamento cinematografico del romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie Half of a Yellow Sun.
E nel 2018, cinque anni dopo, ha recitato anche in Lionheart, il primo film originale Netflix della Nigeria, insieme a Nkem Owoh, già sua co-protagonista in Conspiracy.