Nigeria: record alla Borsa di Lagos, il 2024 è (ancora) l'anno di Dangote - Nigrizia
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La Dangote Cement sfonda il muro dei 10 triliardi di naira. E intanto la raffineria più grande d'Africa inizia a produrre
Nigeria: record alla Borsa di Lagos, il 2024 è (ancora) l’anno di Dangote
Partito l'impianto che dovrebbe cambiare l'economia del paese. Per l'uomo più ricco del continente si prospetta un 2024 da protagonista
23 Gennaio 2024
Articolo di Redazione
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Una capitalizzazione di mercato record alla Borsa di Lagos; l’avvio delle operazioni della più grande raffineria dell’Africa; un raid dell’autorità anti-corruzione nella sede dei suoi uffici. Sono alcuni degli avvenimenti che hanno segnato le prime tre settimane del 2024 di Aliko Dangote, l’uomo più ricco della Nigeria e dell’Africa nonché l’89esimo più facoltoso al mondo con oltre 20 miliardi di dollari di patrimonio secondo l’Indice dei miliardari della rivista Bloomberg.

Meglio partire dalla fine. Ieri la Dangote Cement, la divisione cementifera del più grande Dangote Group fondato e presieduto dall’omonimo magnate, ha battuto un record all’indice della Borsa di Lagos, diventando la prima società nigeriana a raggiungere una capitalizzazione di mercato che supera i dieci triliardi in valuta locale. Al termine dei lavori della Borsa infatti, il valore delle azioni della compagnia è aumentato di quasi il 10% attestandosi sui 592,6 naira per azione (60 centesimi di euro), un aumento di oltre 270 naira rispetto ai 319 fatti registrare solo a inizio anno. La capitalizzazione di mercato di Dangote Cement, ovvero l’insieme del valore di tutte le sue azioni presenti sul mercato, è arrivata quindi a toccare la cifra record di 10,195 triliardi di naira, circa 11 miliardi di dollari.

Secondo quanto riportato dal portale di settore nigeriano Nairametrics, la società cementifera è adesso l’unica nigeriana fra le dieci compagnie africane più grandi per capitalizzazione di mercato, in compagnie di nove competitor tutte sudafricane. Dangote Cement si definisce la maggiore produttrice di cemento di tutta l’Africa subsahariana, con una capacità annua di oltre 51 milioni di tonnellate di cemento e una presenza in dieci paesi.

A contribuire a quest’ultimo salto di qualità nel mercato azionario, secondo la ricostruzione dei media nigeriani, è stato anche l’acquisto di una significativa quota di azioni da parte dell’imprenditore e miliardario Femi Otedola, nativo di Lagos. Secondo un’indiscrezione rilanciata dal quotidiano Premium Times, il magnate avrebbe acquistato partecipazioni nella Dangote per un valore di sei miliardi di naira, circa sei milioni di euro.

La raffineria

A gennaio però l’uomo più ricco d’Africa aveva già ottenuto un traguardo record, dall’impatto potenzialmente enorme sull’economia nigeriana. Si tratta dell’inizio delle operazioni della raffineria che il Dangote Group ha costruito nella zona di libero scambio di Lekki, alle porte di Lagos. L’impianto è la più grande raffineria a treno singolo del mondo, con una capacità stimata a pieno regime di 650mila barili al giorno. Inizialmente però, stando a quanto affermato da dirigenti del gruppo, la produzione si attesterà sui 350mila barili giornalieri, principalmente di diesel e carburante per aerei, per poi passare alla benzina in una seconda fase.

Annunciata nel 2013 e costata circa 19 miliardi di dollari, più o meno il doppio di quanto inizialmente previsto, l’infrastruttura ha il potenziale di invertire la direzione del processo di approvvigionamento del petrolio del paese africano. La Nigeria è infatti fra i 15 maggiori produttori al mondo dell’”oro nero” eppure è stata costretta fino a oggi a importare buona parte del greggio raffinato a causa della mancanza di strutture in grado di lavorarlo in loco. A detta della stessa compagnia, l’impianto è in grado di coprire tutto il fabbisogno di carburante del paese, la seconda economia del continente. 

I primi carichi di petrolio sono già approdati nell’impianto a dicembre nell’ambito di un accordo di fornitura da sei milioni di barili con la Nigerian National Petroleum Corporation (NNPC), ex azienda statale del petrolio convertita per legge in società privata nel 2022. Come detto le aspettative rispetto agli effetti della raffineria sull’economia nigeriana sono molto alte, ma diversi analisti hanno messo in evidenza alcuni aspetti più controversi.

Dangote Group è un privato e come tale deve dare priorità all’aumento del fatturato e dei dividendi per gli azionisti. È quindi poco probabile che la società possa vendere il carburante a costi particolarmente vantaggiosi per il mercato nigeriano. A maggior ragione perché i finanziamenti necessari per costruire la raffineria, inaugurata con anni di ritardi e miliardi di dollari in più del previsto, sono stati raccolti dai mercati obbligazionari internazionali, con tassi di interesse elevati.

Le indagini

A precedere l’avvio delle operazioni della raffineria, e inaugurare il 2024 di Dangote, era stata una perquisizione dell’autorità nazionale anti-corruzione negli uffici di Lagos del suo gruppo. L’incursione dei funzionari della Economic and Financial Crimes Commission (EFCC), questi il nome dell’ente citato, è avvenuta nell’ambito di un’indagine sul trasferimento sospetto di valuta straniera a 52 società da parte della Banca centrale avvenuto durante la gestione di Godwin Emefiele, alla guida dell’istituto dal 2014 al 2023. I vertici di Dangote Group hanno definito l’operazione delle autorità ragione di un «ingiustificato imbarazzo», sottolineando però che la compagnia non è stata accusata di nulla.

Emefiele, sospeso dall’incarico lo scorso giugno dal presidente Bola Tinubu, eletto circa un mese prima, poi arrestato e da ultimo rilasciato su cauzione a dicembre, è sospettato di oltre 20 reati, fra i quali l’appropriazione indebita tramite frode di circa sei milioni di dollari dalle casse della Banca.

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