Le elezioni già fissate per il 25 febbraio potrebbero essere posticipate in ragione della crescente situazione di insicurezza che si è allargata ad almeno 15 dei 37 stati in cui è suddiviso il paese.

Questo è quanto ha dichiarato ieri uno dei componenti della Commissione elettorale (Inec), Abdullahi Abdu Zuru. «Se le condizioni di insicurezza non miglioreranno e non saranno ridotte si potrebbe giungere alla cancellazione o al posticipo delle elezioni in un numero di circoscrizioni tale da impedire l’annuncio dei risultati».

Il governo di Muhammadu Buhari non è stato è stato in grado di superare i gravi problemi di insicurezza che da anni affliggono il paese: l’insurrezione jihadista nel nordest, la violenza delle bande armate negli stati centrali e del nordovest e le tensioni separatiste nel sudest.  Uno scenario che potrebbe sfociare in una «crisi costituzionale» che nelle parole di Zuru va evitata ad ogni costo.

In vista delle elezioni il portavoce della Commissione ha aggiunto che tutte le forze di sicurezza e gli ufficiali incaricati delle elezioni devono essere muniti dei mezzi per affrontare qualsiasi rischio e in ogni momento. «L’Inec sta facendo tutto il possibile per garantire la protezione e la sicurezza del personale, dei materiali e dell’intero processo elettorale».

Denunciando la minaccia del crescente stato di insicurezza, l’Inec ha registrato che dall’inizio della campagna elettorale, oltre due mesi or sono, si sono verificati 50 attacchi da parte di gruppi armati, che hanno coinvolto gli uffici della Commisione.

I candidati in competizione per rimpiazzare Muhammadu Buhari sono 18. I principali contendenti sono Bola Tinubu del Congresso di tutti i progressisti (Apc), Atiku Abubakar del Partito democratico popolare (Pdp) e Peter Obi del Partito dei lavoratori (Lp).  

La Nigeria, il paese più popoloso del continente, oltre ai problemi di insicurezza, si trova a dover affrontare una grave crisi economica.