Nordafrica: dispersi nell’ambiente ogni anno 23 miliardi di m3 di gas
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La perdita è pari al 15% delle importazioni di gas russo da parte dell'Unione europea
Nordafrica: dispersi nell’ambiente ogni anno 23 miliardi di m3 di gas
11 Aprile 2023
Articolo di Redazione
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Gas flaring

I paesi del Nordafrica produttori di gas buttano letteralmente al vento ogni anno 29 miliardi di dollari. Sono i costi delle perdite nell’aria e del flaring (la combustione dei gas di sfiato nelle varie fasi del processo di estrazione degli idrocarburi), calcolati da uno studio pubblicato il 29 marzo dal centro di ricerca Columbia Center on Sustainable Investment (Ccsi).

Una perdita pari a circa 23 miliardi di m3 di gas naturale ogni anno, l’equivalente del 15% delle importazioni di gas russo da parte dell’Unione europea. Una preziosa risorsa che, fa notare il Ccsi, potrebbe invece essere recuperata e venduta al di là del Mediterraneo. Con vantaggi per tutti, pianeta compreso.

Il titolo del rapporto, in questo senso, è quanto mai chiaro: North Africa can reduce Europe’s dependence on russian gas by transporting wasted gas through existing infrastructure (Il Nordafrica può ridurre la dipendenza dell’Europa dal gas russo trasportando il gas di scarto attraverso le infrastrutture esistenti). E potrebbe farlo, spiega il Ccsi, con investimenti inferiori a 4 miliardi di dollari.

Il Nordafrica è infatti già ben collegato all’Europa attraverso quattro gasdotti e altrettanti terminali Gnl (gas naturale liquefatto) che sono largamente sottoutilizzati. La capacità totale è infatti di oltre 110 miliardi di m3 all’anno, ma il tasso medio di utilizzo di queste infrastrutture di trasporto varia tra il 32 e il 42%.

Il paese che spreca (e inquina) maggiormente è l’Algeria (13,5 miliardi di m3), seguita dalla Libia (5 miliardi di m3), l’Egitto (4 miliardi di m3) e la Tunisia (0,3 miliardi di m3).

Il recupero di questi gas dispersi nell’aria nei quattro paesi studiati avrebbe anche un’importante effetto climatico, grazie a una riduzione delle emissioni di gas serra di almeno 466 milioni di tonnellate di CO2 equivalente all’anno.

“L’Europa e le nazioni nordafricane – suggerisce lo studio – potrebbero così ridurre significativamente le emissioni di CO2 senza ritardare la transizione energetica e trarre grandi vantaggi da nuovi flussi di entrate da reinvestire in fonti di energia pulita”.

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