L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) avverte che l’Africa sta affrontando un rischio crescente di focolai di malattie che si trasmettono dagli animali alle persone, aumentati di oltre il 63% nell’ultimo decennio, con un forte picco registrato dal 2019.
Chiedendo di evitare allarmismi, il direttore regionale dell’Oms per l’Africa, Matshidiso Moeti, ha comunque affermato che è necessario agire ora per impedire che l’Africa diventi un punto caldo per le malattie infettive emergenti, la cui diffusione è dovuta a una concomitanza di fattori, tra cui la rapida crescita della popolazione, l’aumento della domanda di cibo derivato dagli animali, gli effetti dei cambiamenti climatici e la crescente invasione degli habitat della fauna selvatica.
I principali focolai zoonotici finora rilevati riguardano il virus Ebola, altre malattie emorragiche virali, la febbre dengue, l’antrace e il vaiolo delle scimmie.
Ma anche malattie al momento sconosciute, come sta avvenendo in Tanzania, dove le autorità sanitarie hanno emesso un allarme per la morte di 3 persone, con altre 13 ricoverate in isolamento, per un dopo che una patologia non conosciuta scoppiata nella regione meridionale di Lindi. I test effettuati sui malati hanno finora escluso si tratti di dei virus Covid-19, Ebola e Marburg.