L’instabilità della corrente elettrica non è solo un ostacolo alla vita quotidiana. È un’emergenza sanitaria. Negli ospedali, che dovrebbero essere luoghi di cura e guarigione, la sua mancanza è un limite concreto che mina la capacità di provvede alle necessità più basilari. E in molti paesi a medio e basso reddito, è ancora considerata quasi la norma.
Lo ricorda un rapporto pubblicato dall’Oms: l’impossibilità di accedere ad ospedali o centri di cura dotati di corrente elettrica stabile riguarda ancora ben 1 miliardo di persone, di cui la metà circa può fare affidamento solo a strutture sanitarie che ne sono prive completamente. Il che le rende, se non inutili, sicuramente assai limitate.
In Zambia, più della metà della popolazione abita troppo lontana dalle poche strutture ospedaliere dotate di elettricità. Nella Repubblica Centrafricana, il paese del continente dove c’è il più alto rischio di morire per una malattia non trasmissibile, ne è sprovvisto ben il 60% degli ospedali. Una percentuale che si riscontra mediamente anche negli altri paesi subsahariani. Solo il 50% degli ospedali può garantire una connessione stabile e duratura.
Molti strumenti medici vitali, come ventilatori, monitor cardiaci, macchine per dialisi e dispositivi di imaging come raggi X e scanner, dipendono dall’alimentazione elettrica per funzionare correttamente. Alcuni farmaci, inoltre, richiedono condizioni di temperatura controllate. La mancanza di energia può compromettere la conservazione dei medicinali, rendendoli inefficaci o addirittura dannosi per l’uso. E si pensi a cosa può voler dire praticare un intervento chirurgico al buio o senza l’illuminazione adeguata.
Per estirpare il problema, sarebbe sufficiente investire 5 miliardi nei prossimi 5 anni in energia solare. A dirlo sono gli esperti convocati per la Cop28, il cui inizio è previsto per il 30 novembre, a Dubai. Un modo sostenibile per salvare la vita a migliaia di persone ogni anno.
Il prezzo dei pannelli fotovoltaici è calato esponenzialmente negli ultimi anni, rendendoli molto più accessibili, un’enorme potenzialità per un continente come l’Africa. Il Niger da solo prevede in questo modo di elettrificare tutte le sue strutture sanitarie entro un anno. Una sfida che riguarda anche gli altri paesi africani e che dovrebbe vedere tutta la comunità internazionale coinvolta.