La società civile italiana, sin dal 24 febbraio si è mobilitata contro l’invasione russa in Ucraina. Si sono svolte manifestazioni in molte città e si sono registrate numerose prese di posizione. Ora a dieci giorni dall’inizio del conflitto, il popolo della pace da sentire la sua voce a Roma. Di seguito il testo che convoca la manifestazione.
«Domani 5 marzo, alle ore 13.30 da piazza della Repubblica a Roma partirà la manifestazione nazionale “Cessate il fuoco. Per un’Europa di pace”, convocata dalla Rete italiana pace e disarmo.
La manifestazione chiede la fine immediata della guerra in Ucraina e dice no a tutte le guerre, con la prospettiva di costruire insieme un’Europa di pace, senza armi nucleari dall’Atlantico agli Urali.
Hanno aderito numerose organizzazioni della società civile italiana. Tra queste Arci, Acli, Libera, Emergency, Legambiente, Cgil, Movimento nonviolento, Un Ponte Per, Archivio Disarmo, Associazione ong italiane, Link 2007, Rete della Conoscenza, Anpi, Greenpeace.
Il corteo si conclude a Piazza San Giovanni con interventi delle realtà aderenti e testimonianze da varie zone di conflitto: dall’Ucraina, dalla Siria, dai Balcani, dall’Afghanistan e dalla Palestina.
La Rete italiana pace e disarmo (Ripd) e le organizzazioni promotrici ribadiscono la condanna dell’azione militare in Ucraina da parte della Federazione Russa, esprimono massima solidarietà alle popolazioni coinvolte e sostengono tutti gli sforzi della società civile pacifista e dei lavoratori e lavoratrici in Ucraina e Russia che si oppongono alla guerra con la nonviolenza.
La Ripd chiede si arrivi alla cessazione degli scontri con tutti i mezzi della diplomazia e della pressione internazionale, con principi di neutralità attiva, evitando qualsiasi pensiero di avventure militari insensate e fermando le forniture di armamenti che non possono certo portare la pace ma solo acuire il conflitto.
La pace è possibile solo costruendola con il disarmo, la neutralità attiva, la riduzione delle spese militari, il sostegno a forme di trasformazione nonviolenta dei conflitti, il superamento delle alleanze militari, l’opposizione alla militarizzazione e soprattutto proteggendo le persone.
La prima urgenza è quella di fermare le azioni belliche militari e attivare interventi di aiuto umanitario e protezione della popolazione civile, con la garanzia di un passaggio sicuro alle agenzie internazionali e alle organizzazioni non governative al fine di garantire assistenza umanitaria alla popolazione coinvolta dal conflitto.
Tra le testimonianze dai conflitti che si alterneranno sul palco Batool Karim (co-portavoce dell’Iraqi Social Forum), Silvia Maraone (Ipsia Acli attiva nei Balcani), la rifugiata siriana Yasmine Azeem, Amos Basile (Casco Bianco in Ucraina per Ibo Italia socio Focsiv), Malak Mattar (studentessa e pittrice palestinese di Gaza), due donne afghane della Fondazione Pangea. Oltre ad un messaggio delle organizzazioni di madri di soldati russi, ucraini e bielorussi contro l’arruolamento.
Ospite internazionale della manifestazione sarà Beatrice Fihn, direttrice esecutiva della International Campaign to Abolish Nuclear Weapons, insignita nel 2017 del Premio Nobel per la Pace, che evidenzierà il pericolo di escalation nucleare del conflitto in Ucraina».