Si celebra oggi, 20 giugno, l’annuale Giornata mondiale del rifugiato, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2000 per ricordare l’importanza della solidarietà internazionale nei confronti delle persone costrette a fuggire dalle proprie terre e dalle proprie case in cerca di sicurezza e di sopravvivenza.
Il numero di sfollati e profughi ha ormai sta raggiunto livelli senza precedenti. Secondo l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), 120 milioni di persone sono state costrette a lasciare le proprie case a causa di conflitti, persecuzioni o violazioni dei diritti umani.
Provocando una crisi umanitaria globale che richiede una risposta collettiva e coordinata, che coinvolga governi, organizzazioni non governative, gruppi ecclesiali, imprese e cittadini.
«Gli stati si adoperino per assicurare condizioni umane e a facilitare i processi di integrazione», ha esortato papa Francesco nell’udienza generale che ha preceduto la giornata, invitando a pregare anzitutto per i paesi segnati dai conflitti, sottolineando il coraggio e la perseveranza di milioni di persone costrette a fuggire nel mondo a causa di violenza, persecuzioni, violazioni dei diritti umani e soprattutto conflitti mai risolti.
Il papa ha riassunto varie volte le dimensioni che devono essere considerate nell’azione solidale verso chi fugge per sopravvivere: accogliere, promuovere, accompagnare e integrare.
Trovare un alloggio stabile e adeguato è una delle esigenze immediate e decisive per ogni rifugiato. Accompagnare i nuovi arrivati nella pur difficile ricerca di una dimora, sostenendoli nelle necessarie pratiche amministrative, inclusa la formulazione dei contratti di affitto, e aiutarli ad inserirsi nel mondo del lavoro sono passi fondamentali.
In secondo luogo facilitare la loro integrazione nel contesto sociale attraverso la registrazione dei bambini a scuola, l’accesso ai servizi sanitari e la partecipazione ad attività comunitarie sono altrettante necessità da soddisfare.
Chi lavora a fianco dei rifugiati, sia a livello istituzionale che di volontariato, consente ai nuovi arrivati di sentirsi apprezzati e supportati nel loro percorso di adattamento, promuovendo al contempo conoscenza reciproca e stabilendo legami interculturali all’interno della comunità.
Anche la condivisione di momenti conviviali e l’offerta di ospitalità contribuisce a costruire una solida rete di supporto e a promuovere l’inclusione sociale e ad offrire un contributo significativo nella vita delle persone in cerca di rifugio.
Tornando a papa Francesco, ha lanciato nuovamente il suo appello alla solidarietà alla luce anche delle tragedie di qualche giorno fa nel Mediterraneo, con il rovesciamento di una barca che navigava verso le coste della Calabria che ha provocato oltre 60 dispersi (26 bambini) e al naufragio con 10 morti a sud di Lampedusa.
Concludendo il suo richiamo alla ricorrenza della Giornata del rifugiato, papa Bergoglio ha espresso la speranza che «possa essere quest’anno l’occasione perché tutti rivolgano uno sguardo attento e fraterno a chi è costretto a fuggire in cerca di pace e di sicurezza».