Ѐ stato annunciato ieri in Vaticano il prossimo viaggio di papa Francesco in Africa, precisamente nella Repubblica democratica del Congo e in Sud Sudan, rispettivamente dal 2 al 5 e dal 5 al 7 luglio 2022. In Rd Congo il papa si recherà nella capitale Kinshasa e quindi a Goma, capoluogo della martoriata regione orientale del Nord Kivu.
Da anni era intenzione del papa recarsi in visita nel Sud Sudan, paese a prevalenza cristiana, ma il viaggio, previsto nel 2017, era stato sempre posticipato per lo stato in instabilità presente nel paese dal 2013 quando si accese la guerra civile.
Il Sud Sudan si era separato e aveva ottenuto l’indipendenza dal Sudan nel 2011, ma la guerra scoppiata dopo solo due anni ha provocato oltre 400mila vittime. Nel 2018 i due maggiori contendenti, il presidente Salva Kiir e il rivale Riek Machar, rispettivamente leader della popolazione denka e nuer, avevano firmato un trattato di pace.
Nonostante questo abbia evitato ulteriori violenze e devastanti distruzioni, sono tuttora molti i nodi da sciogliere affinché il paese ritrovi la necessaria stabilità. Il rischio è che il Sud Sudan ricada nella spirale del conflitto a tutto campo.
Nel 2019 papa Francesco aveva accolto in Vaticano i due leader e si era inginocchiato baciando loro i piedi, chiedendogli di non tornare alla guerra. L’International Crisis Group, think-thank basato a Bruxelles, un mese fa aveva invitato Kiir e Machar a riprendere il negoziato sui temi tuttora controversi, così da risolvere lo stato di tensione e gli scontri armati che tuttora si verificano.
Quanto alla Rd Congo, la questione della sicurezza è certamente un fattore critico a Goma, che si trova al centro dell’area orientale tuttora luogo di conflitto tra numerose fazioni. La regione in cui tra l’altro vennero uccisi in un’imboscata l’ambasciatore italiano Luca Attanasio, il carabiniere della scorta, Vittorio Iacovacci, e l’autista del fuoristrada Mustapha Milango. Il governo ha dichiarato lo stato d’assedio e posto varie province dell’area sotto legge marziale nell’intento di contrapporsi ai gruppi armati che continuano a imperversare.