Paralimpiadi 2024: l'Africa parte con ottimismo - Nigrizia
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Bene a Rio 2016 e meno a Tokyo 2020, si punta molto sull'edizione di Parigi al via oggi
Paralimpiadi 2024: l’Africa parte con ottimismo
Atleti e atlete hanno le idee chiare: l'importante è avere più visibilità e far crescere la consapevolezza
28 Agosto 2024
Articolo di Antonella Sinopoli
Tempo di lettura 5 minuti
Foto dell'ambasciata degli Stati Uniti in Sudafrica

Pronti a sfidare e a sfidarsi gli atleti africani che prenderanno parte alle Paralimpiadi 2024 di Parigi. L’obiettivo non è solo personale, vale a dire vincere, portare a casa una medaglia. Queste donne e uomini sanno cosa vuol dire diventare un esempio per altri come loro, e sperano che le competizioni e i risultati che otterranno convincano i loro rispettivi stati ad investire di più in strutture e attrezzature che possano aiutare atleti con disabilità ad allenarsi e provare ad eccellere nello sport. E sono anche convinti che dare visibilità ai paratleti, ai loro sforzi, alle loro vittorie possa aiutare a superare pregiudizi, discriminazioni, esclusioni spesso riservati alle persone con disabilità.

È il motivo per cui molti di loro hanno dichiarato quanto sia importante che le gare vengano guardate in tv nei loro rispettivi paesi. Come l’ugandese Husnah Kukundakwe, che quando ha partecipato ai giochi Tokyo 2020, aveva solo 14 anni. La nuotatrice, che ha una disabilità agli arti, ha gareggiato nei 100 metri rana SB8 femminili. Sono molte in Africa – dice l’atleta – le persone abbandonate per strada solo perché disabili. «Forse – l’appello di Kukundakwe – se i loro genitori guardassero le Paralimpiadi si renderebbero conto di aver fatto una scelta sbagliata e di dover invece aiutare i loro figli a realizzare i loro sogni». Taonere Banda del Malawi, mezzofondista non vedente, ha deciso di ovviare alla scarsa diffusione della tv nel suo paese andando personalmente a visitare le comunità e convincere i genitori a mandare i loro figli disabili a scuola. Anche il powerlifter ghanese Emmanuel Oku, già portabandiera alla cerimonia di apertura a Tokyo, è convinto di quanto sia importante farsi vedere per cambiare la percezione sulla disabilità.

Verso nuovi e più ricchi palmarès
«Essere in tv a Tokyo 2020 è stato fantastico e ora molte persone in Ghana mi conoscono e mi rispettano per quello che faccio. Sto dicendo a tutta la nazione che quando diciamo che è possibile, dovrebbero prenderlo davvero sul serio. I bambini con disabilità non dovrebbero essere tenuti in casa ma andare a scuola». A Tokyo 2020 gli atleti africani hanno vinto 63 medaglie, di cui 21 d’oro. Quattro anni prima, a Rio 2016, il totale era stato di 97 medaglie (36 d’oro). Secondo gli organizzatori dei giochi la ragione all’origine di questo calo è che il Covid-19 ha in qualche modo inciso sulla pianificazione. Comunque sia c’è grande ottimismo per questa edizione dei Giochi.

Algeria, Tunisia, Marocco, Nigeria e Sudafrica sono favoriti se non altro perché in passato hanno vinto più medaglie ma i campioni presenti in gara quest’anno anche da altri paesi potrebbero riservare molte sorprese. A Tokyo l’atleta africana di maggior successo è stata la tunisina Tlili Raoua, che ha portato a casa due medaglie d’oro e record mondiali nel lancio del peso e nel disco F41 femminile. Due medaglie d’oro anche per il suo connazionale Walid Ktila, nei 100 metri T34 maschili e negli 800 metri T34 maschili. Quattro medaglie d’oro le hanno guadagnate anche l’Algeria, il Marocco, la Nigeria, il Sudafrica. Mentre la 21enne etiope Tigist Gezahagn Mengistu nell’edizione 2020 ha fatto la storia vincendo nei 1500 metri T13 femminili, la prima medaglia d’oro paralimpica per il suo paese. E anche quest’anno occhi puntati su di lei, per lei che non vede ma corre come una gazzella. Grandi aspettative anche per gli atleti nigeriani di powerlifting che hanno ottenuto ottimi risultati nelle passate edizioni. In particolare Folashade Oluwafemiayo ha vinto la medaglia d’oro femminile fino a 86 kg e ha battuto il suo record mondiale due volte con 152 kg, mentre Bose Omolayo ha vinto la medaglia d’oro femminile sotto i 79 kg.

L’esperienza degli African Para Games
È ottimista Samson Deen, presidente della Commissione africana paralimpica, che si dice certo che i paesi africani eccelleranno. Ma afferma che dovrà trattarsi di un gioco di squadra che preveda l’impegno di tutti al massimo delle proprie possibilità. «Per migliorare e vincere più medaglie d’oro, abbiamo bisogno che paesi come Ghana, Burkina Faso e Mali emulino il successo ottenuto dagli altri paesi a Tokyo», ha affermato. Deen è anche presedente della Commissione paralimpica ghanese e in Ghana lo scorso anno si sono svolti i primi African Para Games, i giochi paralimpici africani, con il motto Para Sports Inspire a Better Africa. Presenti più di 500 atleti provenienti da Sudafrica, Angola, Marocco, Egitto, Algeria, Zambia, Rwanda, Kenya e Sierra Leone.

Anche le paralimpiadi – così come è stato per le Olimpiadi da poco concluse – vedranno la partecipazione della squadra dei paratleti rifugiati. Sono otto – provenienti da Afghanistan, Siria, Iran, Colombia e Camerun e che ora vivono nei paesi europei che li hanno accolti – e un guide runner, il corridore guida che supporta le persone non vedenti e ipovedenti. Capo missione della squadra, il tennista zimbabweano in carrozzina, Nyasha Mharakurwa che nei 2012 rappresentò il suo paese ai Giochi paralimpici di Londra. L’atleta originario del Camerun è il venticinquenne Guillaume Junior Atangana, (ora vive nel Regno Unito). Gareggerà come velocista nelle gare T11 dei 100 metri e dei 400 metri. Ha partecipato ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020 dove è arrivato quarto nei 400 metri T11. E poi c’è lui, il colombiano Amelio Castro Grueso, spadista di grande talento che oggi vive in Italia e si allena con le Fiamme Oro di Roma. In tantissimi faranno il tifo per loro. I giochi paralimpici inizieranno con la cerimonia di apertura oggi, mercoledì 28 agosto, e termineranno domenica 8 settembre.

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