Un libro che nasce da un collettivo artistico e politico, un po’ romanzo, un po’ poema, un po’ saggio. E, proprio per questa eterogeneità che ne abita le pagine, un inedito gioiellino che mette insieme 52 anni di storia italiana in canti che raccontano capitoli di vicende spesso rimosse, perché raccontano repressione e violenze di stato.
52 anni e 50 storie da ricordare. Perché ogni volta che si dimenticano pagine buie del proprio passato ci si espone, in qualche modo, a riviverlo, a non riconoscerne le ombre quando si ripresenta; a passarci accanto con indifferenza. Un libro che parte dal 1969 con l’anarchico Pinelli, l’uomo che volò giù dalla finestra. Uno dei misteri italiani.
E passa, come una sorta di testimone di carta, di vicenda in vicenda, da donne a uomini, da uomini a donne, passando per ghetti e carceri, per ospedali psichiatrici e suicidi sospetti, per incendi in baraccopoli dove vivono migranti, quelli che se scompaiono o muoiono nessuno indaga per davvero, tanto, chi li cerca, chi li racconta?
Li racconta un libro dal titolo militante e dalla scrittura collettiva di un noi che si vuol far carico di andar contro a delle dinamiche che sono diventate quotidiane e schiacciano soprattutto coloro che vi si oppongono. Perché, scrivono, «se per qualcuno il destino dell’umanità è dimenticare per noi ricordare è indiscutibile necessità». Una necessità che deve abitare l’oggi che va oltre quei 52 anni narrati, perché in Italia la guerra agli ultimi continua ogni giorno.