Perdersi in Europa senza famiglia. Storie di minori migranti - Nigrizia
Libri Migrazioni
Cecilia Ferrara, Angela Gennaro
Perdersi in Europa senza famiglia. Storie di minori migranti
Altreconomia, 2023, pp. 220, € 16,00
26 Marzo 2024
Articolo di Redazione
Tempo di lettura 3 minuti

Ferrara e Gennaro fanno parte di un team di 28 giornalisti di 14 paesi diversi, Lost in Europe. Un gruppo che da anni recupera storie di ragazze e ragazzi che arrivano in Europa. È da questo immenso lavoro che nasce questo libro di giornalismo investigativo, capace di raccontare una realtà di cui si parla ancora troppo poco. Le migrazioni infatti si narrano spesso dimenticando che tra le persone che si muovono non ci sono solo quelle adulte, ma anche le minorenni che, giuridicamente, avrebbero diritto a una accoglienza obbligatoria e protetta. Il loro status di minori, per di più spesso non accompagnati (da qui la dicitura msna, minori stranieri non accompagnati), è di fatto condizione di particolare fragilità, cui dovrebbe corrispondere una specifica attenzione nella presa in carico.

A dire l’entità di questo fenomeno è lo stesso Unhcr, secondo il cui rapporto Global trends, il 43% delle persone rifugiate nel mondo sono bambine e bambini; in un pianeta che conta come minorenne il 30% della sua popolazione umana. Il che ci dice che ci sono più minori migranti che stanziali. Il 2023 per l’Italia è stato, dal 2016, l’anno in cui si è registrato il numero più alto di ingressi di msna. Dal 2018 al 30 giugno 2023 sono state 71.388 le persone msna arrivate, 21.594 quelle di cui si sono perse le tracce. Quasi 12 al giorno. Il che ci racconta subito che c’è qualcosa che non funziona nel sistema.

Ferrara e Gennaro raccolgono le storie di questi ragazzi (quasi il 90% msna è maschio) che arrivano in Italia. Per ciascuna traversata in mare indicano le coordinate gps che permettono di tracciarli, dopo arrivano nomi e rotte; per i confini via terra invece si soffermano sui giri del game di respingimenti e ritorni dal via che vivono coloro che fanno un altro tipo di viaggio. Quello in cui non si parla di scafisti ma passeur. In cui il rischio è sempre alto, fino a quando si arriva nella agognata Europa, attraverso l’Italia.

E qui? E qui c’è una legge, l’unica in tutta Europa dedicata ai msna, la legge n. 47 del 2017, detta legge Zampa, che vieta il respingimento alla frontiera senza alcuna deroga. Una best practice che prevede procedure di accertamento per l’età, un sistema di percorsi di accoglienza con tutela rafforzata, una persona tutor che ti segue. Una ottima legge insomma che però rimane sulla carta. Perché a fine settembre dello scorso anno il governo Meloni decide che di deroghe se ne possono fare. Ad esempio se non ci sono strutture dedicate alle persone minorenni, queste possono andare in quelle per adulti. E se c’è il dubbio che chi arriva non sia davvero minore, nel dubbio lo si considera adulto. Così si hanno meno problemi e paletti nella gestione.

A tutto questo si aggiunge chi scompare nel nulla; chi vede la sottrazione alla propria madre della genitorialità perché considerata inidonea; chi si ammala per lo stress di un limbo che non sembra finire mai; chi è ragazza ma, essendo numero esiguo, non trova competenze adatta ad accoglierla; chi viene trafficato o conteso.

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