L’indebitamento dei paesi più poveri sta crescendo a ritmi preoccupanti.
Lo rileva la Banca mondiale in vista della pubblicazione, a dicembre, del suo rapporto annuale. Che sancirà un peggioramento definito «preoccupante» dal presidente David Malpass, rispetto ai dati preliminari di giugno che già registravano un aumento medio del debito estero dei paesi a basso e medio reddito del 6,9% nel 2021 (9,3 trilioni di dollari). Un trend di crescita costante, visto che già nel 2020 la crescita era già stata del 5,3% rispetto all’anno precedente.
Gli shock climatici, l’aumento dei tassi di interesse, il rialzo del dollaro e l’inflazione hanno accresciuto le pressioni sulle economie che ancora faticano a riprendersi dai danni del Covid. Fondo monetario internazionale e Banca mondiale affermano che il 25% dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo è in difficoltà a ripagare il debito e il numero sale al 60% per i paesi a basso e medio reddito, 19 dei quali in Africa.
Dove il debito estero privato e pubblico è più che quintuplicato tra il 2000 e il 2020.
In occasione del G20 (Bali, 15-16 novembre) le stesse istituzioni chiedono un’accelerazione del processo di ristrutturazione, avviato nel 2020, e tornano a puntare il dito contro la Cina, oggi il più grande creditore bilaterale ufficiale del mondo, rimasto finora fuori dal processo.
«Il rapporto chiarisce che la riduzione del debito deve estendersi ampiamente per includere il settore privato e la Cina», ha affermato Malpass, evidenziando che «l’importo dovuto alla Cina è circa il 66% del totale dei creditori bilaterali ufficiali».
In Africa nei giorni scorsi è stato raggiunto un primo accordo negoziato per la ristrutturazione del debito del Ciad, secondo paese del continente ad entrare nel programma, dopo lo Zambia. Ma, fa notare Malpass, è fondamentale accelerare il processo e attuare riduzioni del debito reale, perché «più a lungo va avanti il processo, più è difficile per i paesi e per le persone rimettersi in piedi» e «iniziare ad attrarre i nuovi investimenti necessari».