C’è da essere afro-pessimisti o speranzosi?
Difficile dirlo; il futuro dipende da troppi fattori. E qui vogliamo sottolinearne uno di cui si parla poco, ma che incide molto: il debito pubblico.
Qual’è il problema? Ripagarlo. Per farlo, gli stati spesso si inguagliano. Finiscono a spendere di più in ridare soldi e interessi ai creditori che a spendere in sanità, istruzione, a fare investimenti. E non è uno scenario che capita ogni tanto; è la situazione in cui si trova circa il 60% della popolazione del continente, ovvero 750 milioni di africani. È un livello che non si vedeva dai primi anni 2000.
Poi, succede anche che alcuni paesi non riescano a ripagarlo il debito, cioè vanno in default.
Tra il 2020 e il 2023, complice anche il Covid e la guerra in Ucraina, è successo a 3 paesi: Zambia, Ghana e Etiopia.
Il debito è soffocante per molti paesi e, da dopo la crisi economica del 2008, è peggiorato.
Dal 2010 al 2022, è aumentato del 183%, cioè 4 volte il valore del Prodotto interno lordo del continente.
Nello stesso periodo, i pagamenti sugli interessi sono cresciuti del 132%, contro il 64% nei paesi industrializzati.
Come si spiega questo aumento? Sono cambiati i creditori.
Di solito a prestare i soldi erano soprattutto istituzioni internazionali come Banca Mondiale e Fondo Monetario Internazionale. Ma dalla crisi del 2008 prestano sempre meno. E da allora i paesi africani si sono rivolti a creditori privati, come fondi di investimento, banche e assicurazioni. Con quest’ultimi è più facile ottenere prestiti, ma anche più rischioso, perché il debito con loro è finanziarizzato, e il pagamento degli interessi è legato alle speculazioni finanziarie.
Un ultimo problema collegato: gli interessi. A determinarne il costo sul prestito, sono in gran parte le agenzie di rating occidentali. A cui si rimprovera di sopravvalutare il rischio di prestito in Africa. Esempio: c’è il colpo di stato in Niger? Aumentano gli interessi per un prestito al Kenya.
La questione è complessa. Per orientarsi, consigliamo la lettura di questo articolo.