Mancano 15 mesi alle elezioni presidenziali e in Madagascar è già iniziata la campagna elettorale. A innescarla, secondo settori dell’opinione pubblica e dei credenti cattolici, è stato il presidente uscente Andry Rajoelina.
Rajoelina ha puntato sulla Giornata mondiale della gioventù (Gmg) che si celebra nella città di Antsirabe dal 30 agosto al 4 settembre. Ha regalato agli organizzatori dell’evento 30mila kit, ciascuno composto da uno zainetto e una bottiglia di plastica. Quello che ha fatto storcere il naso a molti malgasci è il colore di questi kit: l’arancione, che è anche il colore del partito di Rajoelina.
Sui social media si sono rincorse critiche di questo tono: la politica deve stare un passo indietro di fronte a un evento religioso che vedrà la partecipazione di pellegrini da tutto il paese.
Il coordinatore della Gmg rassicura che l’evento non sarà politicizzato e che «si è trattato di un dono offerto dallo stato e noi lo accettiamo in quanto tale».
Radio France Internationale ha sentito il parere della storica Lucile Rabearimanana, specializzata in politica contemporanea. Secondo lei, il dono dei kit non è privo di significato. Ha il compito di mostrare all’opinione pubblica che l’esecutivo è vicino al mondo cattolico e va a sottolineare un’intesa ufficiosa con la Chiesa cattolica.
Del resto, ricorda la storica, la Chiesa cattolica e i governi del Madagascar sono sempre stati piuttosto vicini a causa dell’influenza che la Chiesa esercita sull’elettorato, anche in virtù delle sue attività sociali (scuole, dispensari etc.). E in genere è lo stato che va a cercare il sostegno della Chiesa.