Nessuna soluzione concreta di tregua appare all’orizzonte, nonostante i molti tentativi compiuti, nel conflitto che devasta la regione orientale della Repubblica democratica del Congo.
Oltre 1,7 milioni di persone, a partire dal 2022, hanno lasciato l’area a causa del conflitto tra l’esercito (FARDC) e il gruppo armato M23, che coinvolge diverse forze armate locali e regionali.
Questo mentre oggi centinaia di migliaia di persone vivono ancora in condizioni estremamente precarie nell’area di Goma, capitale della provincia del Nord Kivu, molte delle quali sopravvivono in campi profughi sovraffollati, circondati da linee del fronte ed esposti ad alti livelli di violenza.
In questa cornice, secondo una recente indagine epidemiologica e scientifica condotta da Medici Senza Frontiere (MSF), si registrano tuttora tassi allarmanti di violenza, in particolare di violenza sessuale, all’interno e nei dintorni dei campi di sfollati.
L’indagine, che fa seguito a quella condotta da Epicenter nel 2023, ha avuto luogo nell’aprile 2024 tra le famiglie degli sfollati che vivono in quattro campi che ospitano oltre 200mila persone ad ovest di Goma.
I risultati mostrano la gravità delle violenze fisiche, psicologiche e sessuali tuttora messe in atto. Ad esempio, più di una giovane donna su 10 ha riferito di essere stata stuprata tra novembre 2023 e aprile 2024, con una percentuale che in alcuni campi raggiunge il 17%.
Vittime e sopravvissute a violenze sessuali – si legge nell’indagine – denunciano di essere state aggredite da uomini, spesso armati, nelle foreste e nei campi dove devono andare a raccogliere legna da ardere o cibo necessario per sfamare le proprie famiglie.
La loro situazione precaria, e quella dei loro rifugi di fortuna, li rendono particolarmente vulnerabili a questo tipo di violenza.
In risposta ai bisogni delle persone, le équipe di MSF sono presenti nella maggior parte dei campi a Goma e dintorni, fornendo assistenza sanitaria generale, promozione della salute, cure per la malnutrizione e assistenza alle vittime di violenza sessuale.
L’appello di MSF alle altre agenzie umanitarie è di intensificare l’assistenza alimentare, l’accesso ad attività generatrici di reddito e alloggi sicuri nei campi, nonché a fare di più per sostenere alloggi e ricoveri per le vittime e le sopravvissute alla violenza sessuale, in pericolo di essere nuovamente aggredite.
Dagli USA 414 milioni di dollari
Un segno di risposta all’invito di MSF è la decisione degli Stati Uniti di fornire circa 414 milioni di dollari in assistenza umanitaria per la Rd Congo, che ospita complessivamente 7,2 milioni di sfollati interni, secondo le Nazioni Unite.
Jeffrey Prescott, ambasciatore americano presso l’agenzia ONU per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), ha affermato che una parte significativa degli aiuti andrà alle agenzie delle Nazioni Unite e ai gruppi umanitari che forniranno assistenza alimentare urgente, supporto sanitario e nutrizionale, alloggi, acqua, servizi igienico-sanitari.
Dalla MONUSCO supporto alla SADC
Il Consiglio di sicurezza dell’ONU, nel contempo, ha adottato una risoluzione che autorizza la Missione di stabilizzazione nella Repubblica democratica del Congo (MONUSCO) a fornire supporto operativo e logistico alla SAMIDRC, la missione della Comunità per lo sviluppo dell’Africa australe (SADC), nell’est del paese.
Michael Imran Kanu, rappresentante permanente della Sierra Leone presso le Nazioni Unite, prima del voto aveva affermato che la risoluzione «Si propone di creare un ambiente favorevole per l’attuazione degli sforzi di pace regionali in corso».
E ha sottolineato che le priorità sono la protezione dei civili, il coordinamento e la sinergia nella collaborazione tra MONUSCO, SADC e SAMIDRC.