A poco più di un mese dalle elezioni, il presidente della Repubblica democratica del Congo Felix Tshisekedi ha annunciato una manovra che puzza un po’ di propaganda.
D’ora in poi, su 13 regioni del paese su 26 le donne avranno diritto ad avere assistenza sanitaria gratuita per tutto il periodo che va dalla gravidanza fino ad un mese dopo il parto. Con l’idea di estendere questa nuova norma anche al resto della nazione, in un secondo momento. Una rivoluzione per un paese che figura tra i peggiori al mondo per mortalità materna e neonatale.
Gli ultimi report sull’argomento raccontano cifre drammatiche, con 27 bambini ogni 1.000 che muoiono nei primi 28 giorni di vita. Sono numeri molto al di sopra degli obiettivi delle Nazioni Unite, che puntano ad una riduzione di almeno 12 bambini su 1.000 entro il 2030. Ancora peggio la situazione delle madri, con 547 donne ogni 100mila che muoiono per complicanze legate al parto.
E d’altra parte, in Rd Congo la copertura sanitaria universale non esiste e i costi anche solo per un cesareo sono esorbitanti, se confrontati con quanto vivono, mediamente, i congolesi. Se il 60% della popolazione vive infatti con circa 2 dollari al giorno, è difficile immaginare che una famiglia possa facilmente permettersi un’operazione che costa almeno 200 dollari. Senza contare tutte le visite e i controlli, da fare prima e dopo.
La scelta del governo sembra allora una fantastica notizia. E lo è, o almeno lo sarebbe, se non fosse per un altro, notevole problema alla base che rende assai difficoltosa la messa in pratica di questo progetto: l’enorme carenza di personale.
È noto come in tutta l’Africa questa sia ormai una vera e propria emergenza. L’emorragia di medici e infermieri dai paesi a medio e basso reddito verso quelli più ricchi continua da anni e secondo l’OMS il continente perderà almeno 5 milioni di operatori entro il 2030. Con una popolazione in aumento costante.
Attualmente, l’Africa ha circa il 25% del carico delle malattie del mondo, ma solo il 3% del personale sanitario per affrontarle. E l’Rd Congo è tra i 37 paesi dell’Africa a soffrire di questa mancanza. Significa che ci sono meno di 49 medici ogni 10mila abitanti.
Gli ospedali congolesi hanno denunciato che non sono minimamente pronti ad affrontare l’aumento della domanda che deriverà da questa risoluzione. Non mancano solo gli operatori sanitari, ma anche le attrezzature e persino le strutture adeguate.
Il budget di 113 milioni di dollari che il paese ha deciso di investire, sostenuto dalla Banca Mondiale, secondo il personale medico non sarà affatto sufficiente a tappare tutti i buchi attualmente presenti. E la situazione, gratuità o meno, rischia di cambiare di poco. [AB]