Quattro candidati alle presidenziali del 20 dicembre nella Repubblica democratica del Congo indicono una manifestazione autorizzata nella capitale Kinshasa contro il caro vita, la gestione del percorso elettorale e il governo del presidente uscente e ricandidato Félix Tshisekedi. La polizia attacca i manifestanti e due di loro riportano gravi ferite, dichiarano gli organizzatori della protesta.
È accaduto sabato scorso e potrebbe ripetersi giovedì 25 maggio, giornata in cui l’opposizione si è data appuntamento davanti alla sede della Commissione elettorale nazionale indipendente (Ceni), organismo che dovrebbe essere super partes e che le opposizioni ritengono vicino al governo.
Sui fatti di sabato, la polizia sostiene di aver disperso i manifestanti perché stavano bloccando Kianza, una delle arterie del centro della capitale, mentre erano autorizzati a manifestare in un quartiere periferico di Kinshasa.
Giovedì rischia di ripetersi lo stesso copione, ma gli organizzatori sono determinati a presidiare l’edificio della Ceni che ha un ruolo centrale nell’esercizio del voto e che è stata duramente contestata anche in occasione delle elezioni del 2018.
E gli organizzatori si chiamano: Martin Fayulu, candidato del partito Impegno per la cittadinanza e lo sviluppo e già in competizione con Tshisekedi nel 2018; Moise Katumbi, già governatore del Katanga e candidato del partito Insieme per la repubblica; l’ex primo ministro Augustin Matata, candidato della formazione Leadership e governance per lo sviluppo; il deputato Delly Sesanga, candidato del partito Envol.
Con accenti diversi, i quattro sottolineano che non è possibile che il governo non rispetti il diritto di manifestare e non tenga conto che la campagna elettorale è in pieno svolgimento.
Il presidente sarà eletto con il sistema uninominale a un turno e risulterà vincitore il candidato che otterrà la maggioranza relativa.