Pace e sviluppo per la Repubblica democratica del Congo. Con un’attenzione particolare a quanto succede nelle province orientali, «che si trovano ad affrontare conflitti con attori a volte nascosti, che non si rivelano ma che troveremo». Sono le priorità indicate da Judith Tuluka Suminwa, prima capo del governo donna nella storia del paese africano.
I punti chiave segnalati dalla nuova dirigente toccano i principali nodi scoperti dell’attualità congolese, a partire dalla guerra in corso da anni nelle tre province orientali di Nord e Sud Kivu e Ituri e dal ruolo del Rwanda, ritenuta da Kinshasa sponsor militare e finanziario della principale milizia attiva nella regione. Kigali non è stata citata espressamente da Sumimwa, ma l’allusione agli «attori nascosti» non lascia molti margini di interpretazione.
Tutto pronto per il nuovo governo
La premier, ex ministra della pianificazione, è stata nominata dal presidente Felix Tshisekedi e apre alla formazione di un governo quando sono passati circa quattro mesi dalle elezioni presidenziali, legislative e locali dello scorso dicembre. Le consultazioni, segnate da accuse di boicottaggi, hanno portato alla riconferma per un secondo mandato di Tshisekedi e alla creazione di una solida maggioranza di governo per la sua formazione politica, l’Union pour la démocratie et le progrès social (Upds).
È sempre dall’Upds che proviene anche la nuova premer. Suminwa ha sostituito Jean-Michel Sama Lukonde, che si era dimesso a febbraio dopo essere stato in carica tre anni.
La designazione della primo ministro conclude un processo avviato due mesi fa e incorso in diversi intoppi, come l’annullamento dell’elezione di 82 deputati, accusati di incitamento alla violenza e frode. A febbraio Tshisekedi aveva infatti incaricato il segretario generale dell’Upds, Augustin Kabuya, di avviare una serie di consultazioni all’interno della coalizione di maggioranza, l’Union sacrée de la nation (Usn) che guida l’Rd Congo dal 2020. All’interno di questa piattaforma di partiti, l’Upds la fa da padrone. Può disporre di 70 deputati sui 500 totali del Parlamento, che arrivano a quasi 150 se vi si sommano gli scranni di quei movimenti che sono stati creati dal partito di governo poco prima del voto di dicembre. Nei giorni scorsi Kabuya aveva reso noto di aver terminato le sue negoziazioni, orientate a delineare la suddivisione degli incarichi e la definizione degli obiettivi del governo.
Alla luce delle proporzioni appena citate, non stupisce quindi che a guidare l’esecutivo sia una politica proveniente dall’’Upds. La dirigente è ritenuta una fedelissima dal presidente ma anche una figura perlopiù tecnica, pur avendo già avuto incarichi politici di rilievo. Nativa della provincia del Congo-Centrale, Suminmwa è stata come detto ministra della pianificazione in uno dei governi Lukondo, nel 2023, e prima di ascendere al ruolo di capo del governo era vice-direttrice Consiglio presidenziale di monitoraggio strategico, un ente che ha lo scopo di monitorare l’attuazione degli impegni assunti dalla presidenza.
Economista con esperienza nell’Onu
Di formazione economista, si è laureata in Belgio. Ha lavorato presso il gabinetto del ministero delle finanze nel 2012 e poi per circa dieci anni nel Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Unpd). Nelle file dell’agenzia dell’Onu si è occupata molto dell’est del Congo che è tornato nelle sue prime parole da premier. Sul social X, la politica congolese ha anche affermato che la sua gestione sarà all’insegna della «competenza professionale».
La sua nomina è stata accolta con favore, e anche con grandi aspettative, da diversi attori del mondo imprenditoriale e del lavoro, della società civile e dalle organizzazioni di promozione dei diritti delle donne. Faida Mwangilwa, già consulente di spicco dell’Onu e massima dirigente del Fonds pour les Femmes Congolaises (Ffc), ha detto di aspettarsi che la nuova leader «governi diversamente». L’attivista ha aggiunto, in riferimento al ruolo pioneristico di Suminmwa come donna: «Questa è una prima volta e in questa occasione è necessario fare la differenza nel raggiungere gli obiettivi di governo e nel soddisfare i bisogni della popolazione in termini di questioni prioritarie come la partecipazione, la sicurezza e la situazione sanitaria delle nostre città e villaggi».
Speranze condivise anche da Isabelle Pondeza, presidente del Collectif des associations féminines pour le développement (Cafed), organizzazione di base nel Sud Kivu colpito da anni di conflitti, che spesso vedono le donne come le vittime più vulnerabili, e dalle loro conseguenze. «Noi donne della parte orientale della Rd Congo ci aspettiamo molto» dalla nuova premier, ha commentato la dirigente all’emittente Radio Okapi.
«È una donna e una madre e comprende il dolore che attraversano le donne, soprattutto nella regione orientale, e in generale di tutte le donne congolesi». Pondeza si è poi congratualta col presidente Tshisekedi per la «mascolinità positiva» che emerge da questa scelta. Una formula questa, usata anche da alcuni dirigenti del governo per definire la ratio dietro la decisione di nominare una donna a capo del governo.