Torna a infiammarsi la provincia del Nord Kivu nella parte orientale della Repubblica democratica del Congo. Sono infatti ripresi i combattimenti tra l’esercito congolese e i ribelli del “Movimento 23 marzo” (M23).
Non solo. Ma l’esercito congolese accusa quello rwandese di aver avuto un ruolo importante nell’attacco compiuto nella notte tra il 27 e il 28 marzo contro le sue postazioni a Tchanzu e Runyoni, due località della provincia del Nord Kivu.
I vertici militari congolesi affermano di aver catturato due soldati rwandesi nei ranghi della milizie dell’M23, impegnate in combattimenti contro l’esercito congolese domenica e lunedì scorsi.
Vicenda che ha indotto il governo di Kinshasa a convocare per oggi l’ambasciatore del Rwanda nel paese, Vincent Karega, «per fare luce sui possibili collegamenti» esistenti tra l’esercito rwandese e il Movimento 23 marzo (M23), gruppo ribelle attivo nell’est dell’Rd Congo e responsabile di una serie di attacchi al confine tra i due paesi.
«Pensiamo sia giunto il momento di porre fine a questa forma di ipocrisia o a questa forma di complicità che esisterebbe tra l’M23 e il governo di Kigali. Perché vogliamo guardare al Rwanda come paese partner come l’Uganda», ha dichiarato in conferenza stampa il portavoce del governo congolese, Patrick Muyaya.
Dichiarazioni che sono state prontamente respinte da Kigali, il cui governo ha rifiutato «categoricamente le accuse infondate» di Kinshasa.
I combattimenti hanno spinto centinaia cittadini congolesi residenti nei villaggi della regione del Nord Kivu a fuggire in Uganda.
Chiamato anche “Esercito rivoluzionario congolese”, l’M23 proviene da un’ex ribellione tutsi congolese nel Nord Kivu precedentemente sostenuta da Rwanda e Uganda, paesi confinanti con questa provincia che da oltre 25 anni è afflitta dalla violenza di molti gruppi armati.
Nel 2012, l’M23 prese il controllo del capoluogo regionale del Nord Kivu, Goma. Sconfitto nel 2013 dall’esercito congolese, il gruppo avviò dei colloqui di pace con il governo di Kinshasa, non smettendo mai del tutto, tuttavia, la lotta armata sostenendo che le sue richieste non siano mai state soddisfatte.
L’M23 è poi tornato prepotentemente nelle cronache da novembre, quando è stato accusato di aver attaccato diverse postazioni militari nella regione di Rutshuru.