La Pan-crisi derivata dalla pandemia di Covid-19 è di proporzioni storiche. L’iniziativa Release G20, promossa dal panel Link2007 per la presidenza italiana del G20, ci suggerisce alcune riflessioni su come confrontarsi con la Pan-crisi per ravvivare la cooperazione allo sviluppo sostenibile.
Anzitutto, occorre creare posti di lavoro dignitosi e sostenibili. Per far questo occorre dirigere l’economia verso un paradigma più sostenibile. In attesa del cambio di questo paradigma nella teoria economica prevalente, e quindi nelle univeristà, pensiamo ad un recovery plan per l’Africa e per i paesi più poveri che nel misurare il suo impatto sia legato agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (Oss).
Questo deve necessariamente passare attraverso la promozione degli investimenti in linea con gli Oss in paesi ad alto potenziale demografico come molti dei paesi africani. Gli investimenti e l’economia sostenibile in paesi ad alto tasso di crescita demografica hanno la forza trasformativa di cambiare le relazioni internazionali aumentare il benessere globale e avviare il pianeta verso equilibri più inclusivi.
La pandemia di Covid-19 ha fatto segnare un enorme passo indietro nei finanziamenti per lo sviluppo sostenibile. Con i rischi, aumentati dalle conseguenze della pandemia, infatti, c’è oggi ancor più bisogno di architetture efficienti di blended finance (un approccio che mira ad attrarre capitali commerciali verso progetti a beneficio della società, ndr) per incrementare l’impatto delle sovvenzioni alle Associazioni di promozione sociale (Aps) a creare opportunità per i più poveri e posti di lavoro, in linea con gli Oss. Perché le sovvenzioni, da sole, non toccano dimensioni d’impatto con valore transformativo.
La moratoria sui debiti del millennium, nel 2000, ha prodotto risultati contrastanti e conseguenze non intenzionali. Tuttavia, ha segnato un precedente importante per il G20 insieme alla più recente moratoria sui pagamenti, stimolata proprio in ambito G20, e ad altre iniziative internazionali.
Il Papa, lo scorso aprile, ha invitato a consentire a “tutti gli Stati di fare fronte alle maggiori necessità del momento, riducendo, se non addirittura condonando, il debito che grava sui bilanci di quelli più poveri”, invitando in seguito giovani economisti a mettere insieme idee e pratiche per dare una svolta al sistema economico. Il segretario generale delle Nazioni Unite, sull’esempio del recovery plan europeo, ha chiesto di lanciare un pacchetto di stimolo coordinato su larga scala di almeno il 10% del Pil globale, per rilanciare l’economia.
I paesi del G20 hanno l’obbligo di un’attuazione credibile e concreta degli obiettivi di sostenibilità delle Nazioni Unite in conformità con l’accordo di Parigi sul clima, non solo nei loro paesi ma anche nelle economie in via di sviluppo che sono e saranno sempre più mercati per le loro strutture economiche.
A differenza dell’iniziativa del millennio, ora dobbiamo considerare che la composizione del debito sovrano è cambiata in molti paesi in via di sviluppo, con la Cina che, da sola, è il creditore di maggioranza relativa in molti paesi. Il debito privato nei mercati emergenti è cresciuto del 300% dal 2010 al 2019.
Non si può attendere. I paesi debitori dovranno affrontare una grave crisi del debito già nel 2021, poiché la pandemia ha solo aggravato il problema della sostenibilità dei loro debiti, visti i maggiori costi della sanità pubblica, il crollo delle entrate fiscali e commerciali, il congelamento dei mercati del credito e la fuga di capitali.
Senza investimenti non c’è sviluppo economico, non si creano posti di lavoro, non ci sono entrate fiscali e quindi non ci può essere rimborso del debito. L’iniziativa Release G20 può contribuire a generare una sorta di recovery fund per i paesi fragili, legato al raggiungimento degli Oss.
Si spera che Release G20 sia lanciata dalla presidenza Italiana del G20, per attuare una conversione flessibile, totale o parziale, del debito pubblico e privato, che contribuirà a creare fondi Sdg (Sustainable development goals founds, un meccanismo di cooperazione internazionale a favore dello sviluppo sostenibile) per sfruttare, stimolare e garantire altri finanziamenti per investimenti sostenibili.
L’obiettivo è quello di aiutare i paesi a raggiungere gli Oss, aiutando quelli più vulnerabili di fronte alla crisi economica causata dalla pandemia che aggiunge e amplifica i limiti strutturali preesistenti della povertà e del sottosviluppo. Release G20 potrà accelerare gli investimenti a lungo termine in infrastrutture resilienti e servizi per lo sviluppo sostenibile, attraverso incentivi e stimoli per gli investimenti pubblici e privati.
La flessibilità in questo tipo di iniziative è necessaria ma il legame obiettivo con gli Oss è fondamentale anche per convincere l’opinione pubblica dei paesi creditori.
Con lo stesso spirito di flessibilità, in alcuni casi di paesi altamente indebitati che si ritiene non abbiano livelli di debito sostenibili dopo la pandemia, la cancellazione parziale o totale del debito rimane un’opzione di Release G20.
L’Agenda 2030 si basa su profonde trasformazioni dell’apparato produttivo che devono orientare gli investimenti. Questi, con indicatori quantitativi di impatto, basati e sperabilmente coincidenti con quelli degli Oss, vanno a contribuire agli impegni internazionali dei paesi: ogni paese indebitato riduce il suo debito pubblico in cambio di un impegno a investire l’equivalente in valuta locale in un tempo concordato nella sua economia, in linea con i target degli Oss.
La conversione del debito in un fondo di investimento ha molti vantaggi: aumenta l’appropriazione del rispettivo paese, esorta ad assumersi la piena responsabilità della gestione dei fondi, contribuendo così a costruire la capacità amministrativa del paese, attrae e garantisce altri investitori.
La novità, oltre ad essere rappresentata dal luogo dove l’iniziativa viene lanciata (G20), comporta impegni da parte di paesi non Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico), in particolare i paesi Brics (associazione delle cinque principali economie emergenti: Cina, India, Brasile, Russia e Sudafrica), che grazie alla visibilità geo-politica, potrebbero proporre un’azione combinata di riduzione condizionata del debito dei paesi poveri, a favore di investimenti privati sostenibili e strategici provenienti dal loro settore privato.
Una crescita sostenibile ed equilibrata derivante da questi investimenti è un prerequisito per raggiungere la sostenibilità e ridurre la dipendenza dai finanziamenti esteri.
Con l’uso sapiente delle tecniche di blended finance, i fondi generati dal Release G20 avranno la possibilità di sfruttare altre fonti di finanziamento, rispetto al solo aiuto allo sviluppo, che rimane essenziale.
Le condizioni di finanziamento dovrebbero essere semplici, trasparenti e facilmente rintracciabili da tutte le istituzioni coinvolte. Un partner ideale nell’Ue sarà il piano di investimenti esterni e il Fondo europeo per lo sviluppo sostenibile (Efsd) che mira esattamente alla riduzione dei rischi per gli investitori privati e che potrà co-investire con i fondi Sdg generati dal Release G20.
Per il successo contro la povertà di Release G20 è necessario evitare che i creditori privati approfittino della moratoria, e quindi della cancellazione, per evitare che le risorse liberate dalla sospensione dei pagamenti per il debito verso enti pubblici siano utilizzate per nuovi debiti ai privati, senza carattere degli investimenti sostenibili. Per questo motivo è necessario che il G20, attraverso B20 (vertice dei delegati di gruppi aziendali dei G20), faccia la necessaria opera di persuasione.
La società civile deve impegnarsi nel sostenere iniziative come Release G20 per affrontare la preannunciata crisi nell’ammontare dell’aiuto allo sviluppo nei prossimi anni. Nella campagna di advocacy, l’azione del C20 (piattaforma della società civile) e del T20 (gruppo del G20 che riunisce i principali think tank e centri di ricerca in tutto il mondo) è auspicabile attraverso una combinazione di leader spirituali, intellettuali e scientifici, premi Nobel per la pace e l’economia, personalità della cultura.
L’Italia, come ponte naturale tra Europa e Africa, può e dovrebbe assumere la leadership di questa iniziativa con la sua presidenza del G20, quest’anno.
Roberto Ridolfi, già direttore per la crescita sostenibile e lo sviluppo della DG Sviluppo della Commissione Europea, ex ambasciatore dell’Unione Europea e architetto del piano di investimenti esterni della UE, è vicedirettore generale aggiunto della Fao. Le opinioni da lui espresse nell’articolo sono del tutto personali e non riflettono in alcun modo le posizioni ufficiali della Fao.