Allontanati dall’accoglienza. Respinti alle frontiere. Accade tutti i giorni. A Trieste, Oulx, Ventimiglia. A ricordarlo, in occasione della Giornata mondiale del rifugiato, che si celebra oggi, è Save the Children con la presentazione del suo secondo rapporto “Nascosti in piena vista”.
Un report documentato, con storie e numeri, aggiornati a maggio di quest’anno. Un documento importante, che riguarda quel che accade lungo le frontiere interne ed esterne dell’Europa e dell’Italia, ai minori stranieri non accompagnati e a quelle o quelli che sono a seguito delle famiglie, condividendone il destino di anni di viaggio, di transito lungo la rotta balcanica, fino alla frontiera nord dell’Italia.
Trieste, Ventimiglia e Oulx, in Val di Susa. Cambiano i nomi dei protagonisti dei racconti ma non le storie, non le violenze, non i respingimenti. Numeri e storie che Save the Children mette insieme, pagina dopo pagina, facendo seguire una denuncia: ci sono disparità di trattamento tra questi minori e quelli ucraini che hanno goduto di una direttiva europea per arrivare in sicurezza. C’è un continuo propagarsi di violenze lungo le frontiere.
Con l’arrivo dell’estate aumentano i numeri, come ogni anno: «a Trieste (dalla rotta balcanica) dai 38 passaggi di aprile si è arrivati ai 60 di maggio, a Ventimiglia da 24 a 47, a Oulx addirittura da 35 a 150, la maggior parte, ragazzi afghani (sia dalla rotta balcanica che dalla frontiera marittima)».
C’è chi viene rinchiuso nei container a Briancon, non appena varcata la frontiera italofrancese. Chi è al ventesimo tentativo di attraversamento. Tre su quattro raccontano di essere stati picchiati lungo il viaggio nella rotta balcanica.
In ogni storia «si trovano evidenti tracce di una Unione europea a due velocità: pronta a spalancare braccia e porte per una popolazione in fuga di massa da un’invasione, ma allo stesso tempo cupa e brutale e disposta a usare forza ingiustificata contro gente inerme, “colpevole” di non avere documenti validi per l’ingresso, di fatto allo stesso modo bisognosa di un posto dove rifugiarsi. Il contrasto è stridente».
Il report si chiude con un appello alla Commissione europea: si sollecita una Raccomandazione agli stati membri per l’adozione e l’implementazione di politiche che assicurino la piena protezione di tutti i minori non accompagnati ai confini esterni ed interni dell’Europa.
Nessuno li fermerà: «È difficile arrivare da soli in altri paesi. Senza padre, senza madre, senza fratello e nessun amico. Ma dobbiamo farlo, perché abbiamo un sogno: vogliamo avere un futuro, vogliamo essere brave persone».