Paul Kagame sembra staccarsi dalla maggioranza dei leader africani che si guardano bene dall’inimicarsi le chiese/sette pentecostali che proliferano in tutta l’Africa subsahariana con le loro para-liturgie infarcite di canti, danze, urla ed espressioni parossistiche a seguito dei presunti miracoli e riti esorcistici di liberazione dal possesso demoniaco di decine di partecipanti alle celebrazioni.
Nel mese di luglio, infatti, il governo di Kigali ha fatto chiudere forzatamente 4.223 gruppi pentecostali e moschee accusati di non aver rispettato le norme in materia di salute e sicurezza e per il chiasso esagerato che provocano disturbando la quiete pubblica.
Il governo non è nuovo a questa politica, avendo già sei anni or sono legiferato per la chiusura di oltre 700 formazioni pentecostali, citando la mancanza di infrastrutture di base, condizioni igieniche inadeguate, inquinamento acustico e mancato rispetto delle norme edilizie.
Motivazioni simili sono state date dunque per far cessare l’attività ai gruppi menzionati sopra, gran parte dei quali, peraltro, rappresentano minuscole comunità religiose, diverse delle quali operano all’interno di grotte o sulle rive dei fiumi.
Il ministro degli Enti locali Jean Claude Musabyimana ha dichiarato ai media che la decisione non nasce dall’intento di impedire alle persone di pregare, ma per garantire la sicurezza e la tranquillità dei fedeli e della popolazione.
La legge emanata nel 2018, in effetti, regolava la proliferazione dei luoghi di culto. Richiedeva loro di operare in modo organizzato e in un ambiente sicuro, oltre a vietare l’uso di sistemi di diffusione sonora ad alto volume.
La legislazione obbligava inoltre tutti i predicatori ad avere una formazione teologica prima di aprire nuovi gruppi religiosi. L’operazione in corso contro le chiese pentecostali è portata avanti dalle autorità urbane locali in collaborazione con il Rwanda Governance Board (RGB).
Le autorità di governo hanno affermato che la linea dura è stata assunta perché le chiese/sette hanno avuto sei anni per conformarsi pienamente alle normative, e molte non lo hanno fatto.